Siamo nei primissimi anni 90. Mentre il dominio dell'Amiga cominciava a scricchiolare sotto i colpi delle prime VGA per PC, alla Commodore si lavorava per fare quello che nessuno si aspettava: riportare in vita l'home computer più venduto al mondo.

Signore e signori, la bestia mitologica degli 8 bit, il sogno proibito di ogni collezionista Commodore, il Rocky Balboa degli home computer: il Commodore 65.

Il Commodore 65 era una versione ultrapompata del suo predecessore. Come processore montava un CSG 4510 R3, che altro non era che una variante del 6502 del Commodore 64, clockato a 3,54 MHz (a confronto, la CPU del 64 viaggiava a 1 MHz, mentre il 68000 dell'Amiga 500 andava a circa 7 MHz). Il chip fu progettato da Victor Andrade, che in seguito avrebbe progettato il K7 per AMD.

La CPU del Commodore 65, nome in codice VICTOR
La sezione grafica era affidata al VIC-III, erede del VIC-II del C64 (e del VIC del VIC 20) progettato da Bill Gardei. Sicuramente l'elemento di maggior rilievo, il VIC-III poteva visualizzare fino a 256 colori contemporaneamente (da una palette di 4096 complessivi) ad una risoluzione di 320x200 o 640x200. Erano possibili anche risoluzioni maggiori, ma con un numero inferiore di colori: 640x400 e 1280x200 a 16 colori, e 1280x400 (!) a 4 colori.
Il VIC-III, nome in codice BILL
Per il sonoro, il Commodore 65 si avvaleva di DUE chip SID, per andare in stereo. Quando si dice old-school...
I gemelli Derrick del chiptune
La RAM ammontava a 128k, ma la si poteva espandere fino a 8 megabyte (!) con una schedina da infilare in uno sportellino situato nella parte inferiore dello chassis, stile Amiga 500.
La scheda d'espansione RAM
Il Commodore 65 integrava un disk drive interno da 3 pollici e mezzo, posizionato per inserire i dischetti dal davanti, e non di lato come negli Amiga 500.
Un Commodore 65 aperto - notate lo spazio al centro, riservato per la scheda d'espansione RAM
All'accensione veniva caricato il Commodore BASIC 10.0, netta evoluzione della versione 2.0 del predecessore (e simile al Commodore BASIC 7.0 del 128). Il tutto però non arrivò a essere completato al 100%, così che molti dei comandi descritti nella documentazione preliminare restituiscono un ?UNIMPLEMENTED COMMAND ERROR.
Il Commodore BASIC 10.0 - copyright Microsoft...!
Il Commodore 65 era (quasi) compatibile col suo predecessore. Secondo alcune stime il tasso di compatibilità si attestava intorno al 70%, ma in realtà qualsiasi codice che si basasse strettamente sui timing della macchina originale (come ad esempio molti tipi di protezioni anticopia, o di turboloader) era destinato a non girare.

Nel 1991 il progetto Commodore 65 fu cancellato, ma nel frattempo erano stati realizzati diversi prototipi della macchina. Quando la Commodore fallì, nel 1994, molti di questi esemplari arrivarono sul mercato - si ipotizza che in totale ne esistano tuttora in circolazione dalle 50 alle 2000 unità.

Non tutti i Commodore 65 fuoriusciti dalla casa madre sono uguali tra di loro. Sono state segnalate almeno sei diverse revisioni della scheda madre, così come diverse varianti dei singoli chip, non tutte compatibili tra di loro. Anche per quanto riguarda l'esiguo parco software nativo, alcuni programmi girano su determinate versioni del sistema, ma non su altre.

Le singole unità oggi in circolazione si presentano in maniera più o meno completa: i più fortunati possiedono il sistema completo e funzionante, e pochissimi hanno anche scatola, imballaggi e manualistica. Altri si devono accontentare di unità non funzionanti, della sola scheda madre, o addirittura di singoli chip.
Un Commodore 65 fatto, finito e funzionante. UOOOHHH.
Al momento l'unico programma che tenta di emulare il Commodore 65 è il MESS, ma si tratta di un tentativo molto preliminare. Del resto, avendo a che fare con un computer di cui esistono pochissimi esemplari, e per di più neanche perfettamente compatibili l'uno con l'altro, un'emulazione completa è quasi impossibile.

Oggi un esemplare completo e funzionante può arrivare a valere cifre anche piuttosto sostanziose: su eBay qualche mese fa ne è stato venduto uno a 9.000 euro. Ovviamente si tratta di una cifra spropositata se rapportata al valore intrinseco di una macchina che, a pensarci bene, non sarebbe stata realmente competitiva neanche ai suoi tempi.

Ma in fondo sono cifre giustificate se si pensa che il Commodore 65 è un pezzo unico, un oggetto fuori dal tempo, quasi proveniente da una realtà alternativa. L'ultima, decaduta divinità dell'olimpo che un tempo governava l'informatica.