Il recente annuncio del taglio di prezzo del Nintendo 3DS ha provocato un vero e proprio tonfo della società in borsa, ed è stato solo l'ultimo atto di una serie di mosse quanto meno discutibili della casa nipponica. Perché il 3DS è stato lanciato senza una line up degna? Perché alla sua presentazione il Wii U è stato accompagnato solo da qualche tech demo? E che senso ha avuto annunciare un taglio di prezzo a più di due settimane dalla sua entrata in vigore, stoppando di fatto le vendite fino a quel momento?

Una possibile risposta a queste domande potrebbe essere che gli azionisti tengono Nintendo per le palle.

In realtà è già dalla fine del 2008 che il titolo Nintendo è in caduta libera. È importante notare come allora, dal punto di vista delle vendite, la società navigasse ancora in ottime acque - il calo in borsa fu determinato da altre ragioni:

  • la crisi generale dei mercati, iniziata proprio a ottobre di quell'anno
  • i timori degli investitori, specie alla luce dei tagli di prezzo di PS3 e XBox 360
  • il costo troppo elevato delle singole azioni Nintendo, che allontanava i nuovi investitori
Riguardo a quest'ultimo punto, Nintendo avrebbe potuto effettuare quello che in gergo tecnico viene definito stock split, ovvero avrebbe potuto emettere ulteriori azioni "dividendo" quelle esistenti in parti uguali di uguale valore complessivo - ad esempio da ciascuna azione da 400 dollari ne avrebbe potute ricavare venti da 20 dollari ognuna.
Non sempre il mercato azionario riflette il reale stato di salute di un'azienda - il che, incredibile dictu, è più o meno quello che ha detto anche il nostro lider maximo qualche giorno fa
Nintendo però se n'è fieramente fregata ed ha continuato per la sua strada, continuando a vendere valanghe di Wii e DS per tutto il 2009. L'anno successivo però le cose non sono andate altrettanto bene: le vendite del Wii sono diminuite in modo significativo, ma il colpo più grosso l'ha subito il DS: da un giro da circa 30 milioni di nuove unità all'anno, che durava dal 2007, si è bruscamente scesi a circa 19 milioni e mezzo di nuove unità immesse sul mercato nel 2010.
Le vendite (o, più precisamente, il numero di unità immesse sul mercato) espresse in milioni di DS e Wii dal 2004 al 2010, secondo Wikipedia (qui e qui), la calcolatrice di Windows ed Excel
Per questo la parola d'ordine di Nintendo dall'inizio del 2011 sembra essere quella di darsi una mossa, ma anche e forse soprattutto di compiacere gli investitori: agli occhi di molti infatti non è sfuggito come il 3DS sia stato (frettolosamente) immesso sul mercato giusto poco prima della chiusura dell'anno fiscale (marzo 2011). Se da un lato questa mossa ha garantito un breve rialzo del valore del titolo sul mercato (con conseguente distribuzione di dividendi agli azionisti), dall'altro la macchina è uscita con una line up software risicatissima, e che ancora oggi stenta a decollare. Risultato: vendite scarse, e nuovo ribasso del titolo in borsa.
In risposta alle critiche riguardanti il lancio affrettato del 3DS, Reggie Fils-Aime, presidente di Nintendo of America, ha negato che la console sia stata commercializzata prima di quanto pianificato
All'E3 di giugno Nintendo decide di giocarsi la carta Wii U, ma la nuova console non convince appieno e, di nuovo, mancano i titoli di peso. Risultato: altro tonfo del titolo in borsa. L'atto finale è l'annuncio del taglio di prezzo del 3DS, proprio il giorno prima della riunione con gli azionisti (quella in cui Iwata annuncerà l'altro taglio - quello del suo stipendio). La mossa evidentemente non serve, perché il titolo precipita - e ovviamente le vendite del 3DS si arrestano, in previsione del calo di prezzo.

Insomma, dopo esser andata per la sua strada per anni, forte delle vendite di Wii e DS, adesso Nintendo sembra completamente succube del mercato finanziario e dei capricci dei suoi azionisti. Cerca di ingraziarsene i favori, ma senza successo, e nel frattempo perde la fiducia dei suoi consumatori, la qual cosa rende gli investitori ancora più nervosi. Insomma, Nintendo finisce cornuta e mazziata, come dice il saggio.
"Noneee, non è un iPad!"
Come si muoverà d'ora in avanti la compagnia di Iwata e soci? È difficile fare ipotesi, ma magari la gamescom potrebbe essere l'occasione buona per ricominciare daccapo col 3DS, visto che si terrà la settimana subito dopo il taglio di prezzo della console. Vedremo...