Tra le testate coinvolte nel super mega iper reboot del DC Universe, Action Comics era quella che aspettavo con più ansia - l'idea di un Superman operaio amico del popolo mi intrigava, e soprattutto sapevo che a scriverne i testi c'era quel Grant Morrison che aveva già realizzato l'eccellente All Star Superman (della cui versione animata s'era parlato qui). Dice: sì vabbè, ma com'è? Niente male, davvero niente male.

In qualche intervista Morrison aveva sottolineato come Superman fosse originariamente figlio della grande depressione, e come, trovandoci oggi nuovamente in tempi di crisi economica, fosse il momento giusto per rilanciare il personaggio riallacciandolo alle sue radici. Nella pratica, questo nuovo Superman - di cui in Action Comics vengono narrate le origini, che lo vedono ancora non così forte, e incapace di volare - esordisce andandogliele a cantare ad un affarista corrotto, manco fosse un grillino qualunque, e in generale l'azzurrone adotta maniere molto più spicce e dirette rispetto alla sua versione classica.

Ma le pagine di questo primo albo ci rivelano anche un Clark Kent abbastanza Peter Parker, sia per un paio di omaggi all'arrampicamuri, sia per il fatto che l'uomo d'acciaio è molto più urbano e molto più a contatto con l'uomo comune del solito, e anche - come già detto - molto più vulnerabile rispetto alla sua indistruttibile versione matura. Il tutto in 28 tavole - contro le 21 canoniche dei fumetti USA - ricolme d'adrenalina e senza un attimo di pausa, magnificamente disegnate da Rags Morales. Decisamente un ottimo debutto.

Tra un inseguimento e una sparatoria, in questo primo numero Morrison trova anche il tempo di introdurre Lois Lane, Jimmy Olsen, e soprattutto Lex Luthor e le sue solite macchinazioni da fighetto invidioso...