Leggo su Destructoid il solito post oltraggiato di Jim Sterling, che si scandalizza per il "Gamebreaker Pack", DLC per Dead Rising 2: Off the Record in vendita al costo di cinque dollari circa. La particolarità di questo DLC è che l'unica cosa che fa è aggiungere una serie di cheat mode al gioco - i trucchetti che da sempre siamo abituati ad attivare con qualche combinazione di tasti, adesso Capcom ce li vende separatamente come fossero un'espansione di gioco qualsiasi.

C'è da dire che Capcom non è nuova a robe del genere: anche per Street Fighter III: 3rd Strike Online Edition sono disponibili diversi DLC di questo tipo: uno per sbloccare una serie di impostazioni aggiuntive (che - bisogna dirlo - sono comunque sbloccabili anche terminando l'arcade mode), un altro per avere dei colori alternativi per i personaggi (e qui invece bisogna per forza tirare fuori i soldi - no comment), un altro per avere il sound test... tutta roba che viene venduta a poco - uno, due dollari - e però è comunque roba che un tempo si aveva gratis.

Il trailer del DLC dello scandalo
D'altro canto il punto rimane sempre lo stesso: da un lato, queste robe esisteranno finché esisterà qualcuno che le compra, e dall'altro, nessuno obbliga a spenderci soldi. E non è neanche come con i giochi "free to play", dove in teoria tutto è gratis, ma si arriva sempre ad un certo punto che o si paga o si rimane bloccati proseguendo con una lentezza estenuante. No, chi si compra queste robe se le compra consapevole di star buttando soldi in un qualcosa in più e di non strettamente necessario (e del resto i videogiochi stessi sono un qualcosa in più e di non strettamente necessario, come tutto l'entertainment).

Che poi, e qui mi tolgo un sassolino dalla scarpa, magari la stessa gente che grida allo scandalo per i DLC inutili poi non si risparmia mai dal comprare l'edizione limitata di ogni minchiata che esce. Dieci, venti, trenta, cinquanta euro in più a gioco per avere il pupazzino di plastica, il librettino con le illustrazioni, la statuetta di cera pongo, la mappa stampata sul fazzoletto di stoffa della nonna, e così via. Capisco il collezionismo, ma sappiamo tutti che è roba che finisce per fare la polvere. E a conti fatti è anche più inutile di una collezione di cheat mode a pagamento, ché quella almeno una qualche influenza sull'esperienza di gioco ce l'ha.
Un'ottantina di euro extra rispetto alla versione liscia e passa la paura
Il punto insomma è, possiamo davvero permetterci di criticare l'ingordigia dei publisher, se poi premiamo regolarmente chi ci prende per il culo mettendo il pupazzino nella scatola della limited edition? Possiamo definire "inutile" un DLC che per cinque dollari comunque aggiunge delle feature a un gioco, se poi sbaviamo per la statuetta del drago presente nella collector edition (149,99 euri) di The Elder Scrolls V: Skyrim?

Io personalmente non so come pensarla. Da un lato certo mi dà fastidio che delle feature che ho sempre avuto gratis - anche senza magari usarle - me le ritrovi di punto in bianco a pagamento. Dall'altro vedo che nel mondo dei videogiochi si glorifica l'acquisto di extra ben più inutili, e non nascondo che quando sento parlare con orgoglio dell'ennesimo pupazzetto o libretto patinato un po' mi cascano. Voi che ne dite?