M'era venuta quest'idea di parlare delle problematiche che incontro quando affronto la scrittura di una recensione qui sul blog, ma poi ho pensato, perché non chiedere a chi sa scrivere davvero? Così ho contattato un po' di persone che seguo e che mi piace leggere, e gli ho fatto un po' di domandine a tema. Cominciamo col Dottor Manhattan, entità protodivina che, per mescolarsi agli umani, ha assunto un'insospettabile identità da giornalista videoludico, a copertura dei suoi piani di dominio del multiverso a partire dal suo cliccatissimo antro atomico.

Cosa cerchi di ottenere quando scrivi una recensione?

Il taglio personale. Il taglio personale è l'unica via. Perché? Perché una recensione oggettiva non esiste, tanto per iniziare. E anche se esistesse, i trentenni di oggi si sono rotti comunque di leggere recensioni scritte sullo stampo delle riviste di TRENTA anni fa. Le recensioni dei film o dei dischi o dei libri o delle cucine componibili non usano categorie preconfezionate di inizio anni 80, i videogiochi sì. La recensione tecnica è un la grafica è così, la giocabilità (termine odioso peraltro, diciamolo) è cosà, voto ventordici su cento, consigliato ai fan del genere, bollino, ciao. I blog, nella loro tumultuosa anarchia, hanno contribuito a diffondere un linguaggio nuovo anche per le recensioni dei giochini, permettendo di sperimentare. Un tipo di linguaggio al quale i siti di videogiochi tradizionali dovrebbero attingere, e non viceversa.
Che accorgimenti "tecnici" usi nello scrivere?
Mentre gioco tengo aperto il portatile e butto giù tutto quello che mi passa per la mente. In genere l'output è materiale grezzo per cavarne un quindici, sedici recensioni diverse. A volte anche 17. A quel punto butto via tutto il superfluo ed è fatta. Scrivo di getto, ma quello vale per qualsiasi cosa scriva, sempre e da sempre (lo posso dire che ho finito il tema della maturità in quarantadue minuti? Sarà pertinente? Boh, diciamolo).
Cos'è che proprio ti dà fastidio nelle recensioni altrui?
Niente. Ritengo comunque interessante leggere il parere altrui su un gioco. Anche quando quel parere è affidato alla tastiera di un soggetto nei confronti del quale l'Accademia della Crusca ha spiccato un mandato di cattura.
C'è qualcuno a cui ti ispiri?
Ci sono tantissimi colleghi in gamba in questo settore, persone da cui ho imparato in diversa misura molto. Per non far torto a nessuno degli italiani, mi limito a citare il folle, logorroico Tim Rogers. Non il rocker australiano, quel tipo che scriveva per Kotaku.
Vuoi aggiungere qualcosa?
Quel tema scritto in quarantadue minuti mi ha fatto vincere perfino un concorso. Ma non mi ricordo di cosa diavolo parlasse. Qualcosa tipo... boh, niente.

Potete leggere il Doc sul suo blog o con lo pseudonimo di Alessandro Apreda su Videogame.it

BONUS PERLE DI SAGGEZZA FORSE PERTINENTI EDITION:
"In questo lavoro è inutile che stai a pensare ai manuali, alle tecniche, ai regolamenti... quello che devi fare è capire subito chi tra i tuoi colleghi è quello che ci sa fare, attaccarti a lui e imparare quanto più puoi". Questa perla di saggezza me la elargì un mio collega di lavoro anni e anni fa. Il lavoro era quello di rappresentante porta a porta, e alla fine il consiglio neanche lo seguii, ma fa lo stesso, no?

INTERVISTOPOLI: Come si scrive una recensione?