L'ultima puntata di ArsLudicast si conclude con la missiva di un lettore, che tra le altre cose chiede ai partecipanti del podcast di parlare di un videogioco che avevano atteso con ansia e che però al momento dell'uscita li aveva lasciati delusissimi. E insomma, bella idea per una nuova rubrica mi son detto, e andiamo ordunque a inaugurarla parlando della ciofechissima conversione Amiga del primo Double Dragon...

Guardando le foto nelle preview di The Games Machine (ché all'epoca le riviste si consumavano con gli occhi) pensavo "ma no, non può essere vero che abbiano rifatto gli sprite con questa capa di mongolo", e invece no, una volta infilato il dischetto (rigorosamente pirata) nell'Amiga, l'amara verità:

Inspiegabilmente, Billy e Jimmy e tutti gli altri personaggi maschili del gioco su Amiga diventarono parenti del Nobita di Doraemon (o quanto meno andavano dallo stesso barbiere)
La beffa è che i fondali e gli altri personaggi (Abobo incluso) erano pure accettabili, ma i protagonisti con la testa da mongolo proprio no, dai. Una schizofrenia che si ripeteva anche sul piano audio: la schermata dei titoli faceva quasi sperare di ritrovarsi con le musiche del coin-op, ma una volta iniziata la partita il gioco era totalmente silenzioso, intervallato solo da due effetti sonori: il rumore di un cassetto sbattuto, e il campionamento di uno degli autori che vomitava dopo essersi reso conto di cosa aveva creato.
Su Amiga Abobo era reginetto di bellezza (anche se un po' storto, va detto)
Sulla giocabilità, meglio stendere un velo pietoso: le mosse dei protagonisti da un lato, e l'intelligenza artificiale dei nemici dall'altro, erano una pallida e orrida e squallida imitazione dell'originale.

All'epoca era normale avere delle conversioni da coin-op tirate via, che regolarmente deludevano i fan che speravano (invano) di poter avere la stessa esperienza della sala giochi a casa. Era normale, ma Double Dragon fu la prima (e ultima) volta in cui ci sperai davvero, e in cui mi scesero i lacrimoni per lo scempio compiuto da Melbourne House (che quando voleva, in fondo, i bei giochi li sapeva pure fare).
Il calcio divenne la mossa della pisciata del cane
Da quella volta decisi di non voler più bene a nessuno e di non riporre mai più le mie speranze di fanciullo in una conversione da coin-op (Strider per Amiga! OTTO MEDAGLIE D'ORO CHE GRIDANO ANCORA VENDETTA!).

Per fortuna, molti anni dopo venne il MAME a lenire le mie pene (e quelle di molti altri), ma questa è un'altra storia...

(screenshot via Lemon Amiga)