Torna Game of Thrones, tornano gli intrighi (tanti), tornano il sesso e la violenza (un po' meno del primo e un po' più della seconda), tornano i personaggi simpatici, quelli antipatici, quelli mitologici, e c'è anche un afflusso sostanzioso di nuove entrate, tra cui un paio davvero degne di nota. E alla fine, ancora una volta questa serie ha saputo giocarsi in maniera impeccabile le proprie carte.

A prenderla nel suo complesso, cioè, si capisce che il budget è sempre risicato, e per questo l'azione non può mai aprirsi e distendersi in scene davvero mastodontiche. Il fatto di non poter mai far tuonare i cannoni ha però l'ottimo effetto collaterale di tenere il tutto sempre in carica, come una molla perennemente in procinto di scattare... e quando poi scatta, la scrittura e la regia sono sempre abbastanza furbe da non far notare che, a conti fatti, la maggior parte dell'azione è avvenuta fuori scena.

Insomma, ore e ore di persone che si parlano col sorriso mentre in realtà vorrebbero strapparsi le palle a morsi riescono, nonostante tutto, a tenere incollati alla sedia, a differenza, ad esempio, di quanto accadeva con l'introspezione ipnagogica di The Walking Dead. E nonostante un finale tutto sommato non all'altezza degli episodi subito precedenti, l'attesa per la terza stagione è comunque già partita...


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