Avevo già scritto un po' di prime impressioni su questo titolo, e sostanzialmente confermo tutto. Una cosa che però all'epoca non mi si era ancora palesata del tutto, era quanto profondamente cinematografico fosse questo gioco.

Giocare a Max Payne 3 è, a tutti gli effetti, e come ha già scritto qualcun altro, la perfetta resa videoludica di un filmone action anni 80. Max è la versione digitale del Bruce Willis arruffato dei vari Die Hard, il tipico protagonista che le prende un po' da tutti, ma che quando arriva il momento decisivo è sempre l'ultimo a rimanere in piedi.

E il gioco è grandioso nel creare questi momenti decisivi: attimi di eternità in cui la colonna sonora ipnotizza con giri di basso carichi di tensione, finché le pistole non cominciano a cantare e la scena esplode in un tripudio di proiettili e sangue. Al basso si aggiunge il ritmo ossessivo delle percussioni, e l'adrenalina si scarica mentre si corre tra una copertura e l'altra, nel tempo sospeso del bullet time.

Insomma, Max Payne 3 è una giostra dall'inizio alla fine, sa cosa vuole e non si perde in lungaggini, e al tempo stesso mette sempre e comunque il giocatore al centro di tutto, guidandolo nella sua progressione, ma senza mai togliergli il controllo. Se volete sentirvi ancora vivi...


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