Una volta dicevi "telefilm" e ti venivano in mente i baffoni di Magnum P.I., la cresta di Mr. T o KITT di Supercar. Niente "previously on" a districare storyline intricate, niente bollini rossi, niente personaggi indecifrabili, solo puro intrattenimento.

Da Lost in poi le cose sono cambiate, ma prima di Lost ci sono state tutta una serie di produzioni "di transizione" che hanno cominciato a osare inserendo elementi che si sarebbero poi pienamente realizzati negli anni a seguire. Nip/Tuck fa parte di questo filone e l'elemento che ha osato inserire è stato l'elemento "tette e culi".

Detta in poche parole le puntate di Nip/Tuck ruotano intorno alle vicende di due chirurghi plastici di Miami. Uno dice, e che ci sarà da raccontare sulla chirurgia plastica? In realtà molto e nel corso delle sette stagioni il dr. Christian Troy e il dr. Sean McNamara ne vedranno e ne passeranno di tutti i colori.

I due formano la tipica accoppiata dell'amico tonto, ma furbo e trombereccio, e di quello capace e responsabile, ma con la scopa al culo.  Ovviamente il primo passerà al filo dei suoi decantati 26cm ogni essere vaginadotato del telefilm, mentre il secondo sarà protagonista di molti interventi miracolosi e di qualche tradimento alla moglie condito da pesantissime seghe mentali.

Come da migliore tradizione porno, appena vedi una gnocca sullo schermo, sai già che un paio di scene dopo lui se la tromberà
Dopo le prime due-tre stagioni, molto organiche ed equilibrate, Nip/Tuck si è ampiamente perso per strada collezionando una serie incredibile di caratterizzazioni poco convincenti, sottotrame lasciate in sospeso e robe buttate lì solo per fare ascolto, fino ad una puntata conclusiva decisamente penosa.

Questa caduta in basso ha avuto però i suoi risvolti positivi, nel senso che, una volta persa la freschezza iniziale, gli sceneggiatori hanno detto CHI SE NE FREGA DELLE TRAME E DEI PERSONAGGI ed hanno cominciato a scavare nel torbido senza ritegno.

E così questa serie partita un po' chic un po' furbetta, un po' vedo non vedo un po' strizzatina d'occhio, ha lentamente perso la sua patina dorata per diventare un case study di tutte le possibili perversioni sessuali dell'uomo. E non lo fa con lo spirito da volemose bbbene di un Californication, ma con la disperazione esistenziale dell'imprenditore di provincia che porta di nascosto la figlia del panettiere al club per scambisti.
Il dr. Troy versione Briatore imprenditore di provincia
Insomma, una volta persa l'abilità di scrivere storie convincenti, gli sceneggiatori riscoprono e portano all'estremo il tema base del telefilm, ovvero il contrasto tra la bellezza esteriore (fisica, ma anche morale) e la miseria interiore. E lo fanno senza scrupoli e senza remore, infilando i due dottori in situazioni via via più assurde e morbose, e mostrando le debolezze loro e degli altri personaggi senza alcuno sconto.

Se da un telefilm pretendete una trama solida, personaggi interessanti e intrecci convincenti, guardatevi le prime tre stagioni e poi fermatevi. Se invece avete lo stomaco forte e un gusto per il torbido e la decadenza umana, questa è la serie che fa per voi.
E c'è pure AnnaLynne McCord al massimo della bagasciaggine
PRO:
Christian se le tromba tutte
Sean è il manuale vivente della sfiga da nerd
Le prime due-tre stagioni hanno anche una trama

CONTRO:
Col passare delle puntate trame e caratterizzazioni si perdono per strada
Tanti elementi buttati lì solo per l'effetto shock
Il finale patetico

GIUDIZIO FINALE: 7+
Ma se vi piace scavare nel torbido, 10+++.

BONUS:
La scena dopo che la quale la cinematografia mondiale non potrà più dire nient'altro: