Correva l'ormai lontano 1989. L'Amiga era ormai stato identificato come il naturale erede del C64, ma, per quanto fossero già usciti titoli che ne dimostravano le potenzialità, ancora non si era visto qualcosa di davvero MASCELLA A TERRA. Anche perché nove volte su dieci gli stessi giochi che uscivano su Amiga uscivano anche per il perfido Atari ST, e le differenze (quando c'erano) erano minime, dato che le software house, per assicurarsi un mercato più ampio, sviluppavano i giochi per entrambe le piattaforme, livellandone le caratteristiche verso il basso e dimenticandosi di tutti i chippettini custom dell'Amiga.

Nel 1989 Psygnosis dice MOBBASTA e fa uscire Shadow of the Beast.


Guardate il filmato di cui sopra (grazie YouTube). Partenza standard, Psygnosis presents, a game by Reflections, il logo del gioco, il brutto muso della bestia, e per finire una bella schermata a cura di Roger Dean (famoso all'epoca perché disegnava le copertine per gli album degli Yes). L'atarista saccente alza il sopracciglio e dice "embé?", anche se la musica di un David Whittaker in stato di grazia comincia già a farlo sudare freddo.

E poi arriva (1:18 nel filmato). BOOM. Un'infinita distesa verdeggiante che scorre a 50 frame al secondo sullo schermo, graziata dai suoi 13 livelli di parallasse. Il flauto di Whittaker, campionato direttamente dal suo Korg M1, ci trasporta in questo mondo surreale dove all'orizzonte si intravedono misteriosi dirigibili muoversi sonnacchiosi tra distese di nuvole. Le percussioni del Korg M1 del buon David dicono: ECCO, ORA PUOI SBAVARE. Il perfido atarista può al massimo replicare "sì ma io ho comprato l'ST per farci musica MIDI, mica per giocare".
Il perfido Atari ST, verde d'invidia
La leggenda vuole che Shadow of the Beast abbia venduto più Amiga di Commodore stessa. Non è difficile capirne il perché. All'epoca qualcosa del genere semplicemente non si era mai visto. E il bello è che non si vedrà mai più.

Perché è vero che negli anni successivi altri giochi avranno pure loro i 13 (e più) livelli di parallasse, o musiche altrettanto evocative, o scenari altrettanto surreali, ma nessuno riuscirà mai a combinare il tutto come miracolosamente riuscì a Martin Edmonson e Paul Howart (rispettivamente, grafico e programmatore). Evidentemente di miracolo si trattò perché i due seguiti, pur degli stessi autori (eccetto Whittaker, sostituito comunque più che degnamente da Tim Wright) e pur introducendo novità interessanti a livello di gameplay, non riuscirono più ad avere lo stesso impatto del capostipite, vuoi per un comparto tecnico inferiore (il secondo), vuoi per un design in generale meno ispirato (il terzo).
Wrath of the Demon: sì, il parallasse c'è, la grafica pure, ma quello chi è? He-Man in bermuda?
Shadow of the Beast è, a modo suo, semplicemente perfetto. È una demo (nel senso di una produzione da demoscene) di quelle che agli effettacci da hacker affiancano una grafica brillante ed un sonoro d'atmosfera. Una di quelle demo che ti fanno dire AMIGA È L'ANAGRAMMA DI MAGIA. Ed è anche un gioco.

Il gameplay di SOTB è stato l'aspetto più criticato del titolo, e non senza motivo. Semplicistico, datato, punisce il giocatore con un livello di difficoltà assurdo e gli mette davanti dei percorsi alternativi solo per condurlo a morte certa se non sceglie l'unico giusto.
La schermata di game over, quella più familiare al giocatore subito dopo quella iniziale
Eppure rimane quella voglia di andare avanti, di correre su quella pianura infinita, di esplorare mondi sotterranei e castelli abbandonati, solo per meravigliarsi per l'ennesima volta dei colori, della fluidità, dell'inventiva un po' ingenua, un po' malata e un po' geniale del design. E per dire ancora una volta ONLY ON AMIGA.
Ma anche per ST, certo con qualche differenza e con il protagonista color m...
BONUS 1 ONLY ON AMIGA EDITION:
Shadow of the Beast venne convertito su un'infinità di sistemi, ma o per limiti tecnici, o per discutibili remake della grafica, nessuna versione fu mai veramente pari all'originale:


BONUS 2 NOSTALGIA EDITION:
Il longplay (senza cheat!):