Il focus del tutto è, quindi, la difficile relazione tra i due, fatta di ripicche ed esagerazioni più o meno infantili da entrambi i lati, ma anche lo scontro generazionale tra un padre abituato a fare le cose alla vecchia maniera, ed un figlio che passa la sua esistenza su Twitter.
Come anche in Irredeemable, Waid elargisce idee e soluzioni interessanti in quantità, ma non riesce a trovare quella coerenza narrativa che farebbe fare il vero salto di qualità al tutto. Interessanti in proposito le note che l'autore ha aggiunto nella versione "commerciale" del fumetto (disponibile altrimenti in maniera completamente gratuita online).
Padre (a destra) e figlio (a sinistra), senza costume |
Come in Irredeemable, quindi, anche qui Waid si perde qui e là per strada, e a livello di costruzione generale della trama sembra che giri un po' troppo in tondo senza mai centrare il bersaglio.
Insufferable però si fa comunque apprezzare per dei buoni disegni, per un'idea di base interessante e dei personaggi ben caratterizzati, e soprattutto per l'uso decisamente "2.0" del medium: le tavole sono orizzontali (per essere lette sullo schermo di un computer), e ci sono diverse soluzioni più o meno innovative per scandire il ritmo della narrazione (e per coprire i limiti di risorse dell'intera operazione, presumibilmente autofinanziata dallo stesso Waid e dai suoi collaboratori).
Padre (a destra) e figlio (a sinistra), col costume |
Vedremo se la seconda stagione (in realtà già cominciata da un po' online) mostrerà una maggiore maturità e consistenza.
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