Alone in the Park inizia con la protagonista che riceve una lettera anonima. La lettera la invita a esplorare un parco alla ricerca dei frammenti di una mappa che, una volta completata, le indicheranno il luogo dov'è nascosto un prezioso tesoro.

Pur essendo, di base, un classico punta e clicca, questo titolo si distingue per la presenza costante di un diario testuale su cui la protagonista annota ogni sua azione, ed in cui soprattutto commenta in maniera sagace e pungente gli incontri con la varia umanità che popola il parco, che va dall'ecologista radicale spaccamaroni all'immancabile goth girl che "nessuno mi capisce".

In Alone in the Park s'incontrano strani soggetti
L'autrice del gioco, Katharine Neil (che, incidentalmente, ha lavorato pure alla versione PS2 del quasi omonimo Alone in the Dark) ne ha davvero per tutti, ed il tono dissacrante dei testi con cui ha infarcito questa avventura grafica in certi momenti mi ha fatto davvero ribaltare sulla sedia dal ridere - l'epilogo, poi, è un concentrato di humour nero.

Per quanto il focus del gioco sia sulle gag testuali, anche il resto è degno di nota: la grafica - per quanto statica - è ben fatta, e le musiche che accompagnano le varie location sono tutte in tema e azzeccatissime. È presente anche un intelligente sistema di hint che evidenzia in ogni momento quali sono gli oggetti chiave, risparmiando al giocatore il solito prova tutto con tutto, ma ciononostante alcuni enigmi non sono affatto banali e richiedono una certa dose di ragionamento (oltre che un'attenta lettura del testo scritto).

Se capite un minimo d'inglese e apprezzate un certo tipo di comicità (diciamo alla South Park, ma anche alla bucknasty, toh) non fatevi assolutamente sfuggire questo Alone in the Park!

Perché dovrei giocare ad Alone in the Park invece di guardarmi Buona Domenica?
Perché giocarci è come guardare Buona Domenica a raccolta con gli amici, commentando e deridendo gli improbabili tipi antropologici degli ospiti.

UN CLIC QUI E LA DOMENICA PASSA!