Qualcuno dice che Zerocalcare ricorda Andrea Pazienza: io Paz lo conosco solo di fama, per cui di mio posso dire solo che lo stile dell'autore romano mi ha ricordato molto un certo modo di fare nipponico: disimpegnato e scanzonato, ma comunque serio, profondo e penetrante, ma sempre lieve e leggero.

È proprio la leggerezza, forse, il filo conduttore di tutto il volume, e in più di un senso... tante storie episodiche, tante risate (di quelle gustose), ma una trama sempre sullo sfondo, che qui e là si evolve, fino al gran finale. Non prima di piazzare qualche pugno alla bocca dello stomaco (ma sempre, ripeto, in leggerezza), e con una tavola, in particolare, davvero davvero inquietante e "pesante".

Se non conoscete Zerocalcare, potete leggerne le storie brevi, pubblicate con cadenza settimanale, sul suo blog, dove potete anche ordinare questo volume che, come avrete capito, vi consiglio spassionatamente. Ché tra l'altro arriva bello incellophanato e sigillato, così che, quando lo si apre, sprigiona quell'aroma croccante della roba uscita fresca fresca dalla tipografia. Ed è una sensazione che, nonostante ormai sia passato da tempo e in maniera pressoché esclusiva ai fumetti su iPad, ha ancora il suo bel perché...

Un fumetto che vola via