Ricostruiamo un attimo gli eventi: due giorni fa Fantascienza.com e Horror.it segnalano di essere stati contattati dalla SIAE e invitati a regolarizzare la loro posizione pagando i diritti per i trailer che avevano pubblicato online. In particolare, Fantascienza.com riporta la richiesta di 450 euro a trimestre (ovvero 1800 euro all'anno).

Contattata dal Post, Stefania Ercolani, rappresentante SIAE, conferma tutto, fa intendere che non c'è differenza tra l'hosting di un video, l'embedding da YouTube o simili, o il semplice linking diretto al video, e aggiunge che prima o poi oltre a siti e blog verranno regolarizzati anche i profili dei social network (quindi d'ora in poi condividete trailer su Facebook a vostro rischio e pericolo).

Ieri comunicazione sul sito della SIAE in cui viene nuovamente confermato il tutto, e in cui si sottolinea come si tratti dell'applicazione di norme già esistenti riguardanti in particolare l'utilizzo delle musiche contenute nei trailer. Ciliegina sulla torta, oggi la Ercolani puntualizza a Punto Informatico che anche chi smetterà di pubblicare trailer dovrà comunque pagare i diritti su quanto pubblicato finora.

In un modo o nell'altro si deve da pagà!
Che dire? La questione è estremamente fumosa. Anzitutto, chiedere di pagare per fare pubblicità gratuita è semplicemente una cosa contro ogni minimo buon senso. Certo, è anche vero che paghiamo il canone per avere la possibilità di tenere in casa un apparecchio che per la maggior parte del tempo ci spara messaggi pubblicitari più o meno espliciti... ma lasciamo stare.

Anche la curiosa insistenza che a essere difesi sono i diritti degli autori delle musiche contenute nei trailer lascia un attimo interdetti. Sarà un cavillo giuridico? Avrà a che fare col fatto che ogni giorno milioni di televisori HD nei centri commerciali di tutta Italia trasmettono anche film interi, pur con l'audio disattivato? Non so come sia la situazione a questo riguardo, ma certo la coincidenza è come minimo singolare.
In un'altra vita mi capitò la sventura di lavorare come rappresentante in un negozio di elettronica di consumo: fu l'occasione per impararmi a memoria Driven con Stallone, dato che veniva proiettato a ruota e per intero (ma senza audio) su TUTTI i televisori in vendita - meno male che comunque è un film che mi è sempre piaciuto!
In ogni caso è importante puntualizzare che la cifra di 1800 euro l'anno vale solo se si hanno un massimo di 30 trailer online contemporaneamente, superati i quali l'importo minimo da pagare è di 900 euro a trimestre - 3600 euro l'anno! Guardate questo PDF, in particolare a pagina 27 (punti 11.3 e 11.4 dell'allegato) e a pagina 19 e 20 (punto 1.2 dell'allegato).

In realtà è evidente come la storia delle 450 euro a trimestre per non più di 30 video online contemporaneamente sia stata pensata principalmente per i siti delle sale cinematografiche (che difficilmente hanno in programmazione 30 film alla volta, per cui come numero di trailer ci stanno dentro), sale cinematografiche i cui gestori già da tempo pare stiano pagando l'obolo - certo non volentieri, specie nel caso delle sale più piccole.

È altrettanto evidente come le tariffe per i siti "con più di 30 video online contemporaneamente" siano state calcolate per i grandi portali di video gratuiti alla YouTube - di certo non per siti come Fantascienza.com o Horror.it, né tantomeno per i blog amatoriali, e giammai per i profili sui social network.
In teoria per la SIAE non c'è differenza tra un sito con 31 trailer e YouTube
Insomma, a volergliela dar buona, alla SIAE dovrebbero cominciare a riflettere un po' su cosa sia il fair use delle opere coperte da diritto d'autore, e iniziare a definirlo in maniera dettagliata e adeguata ai tempi. O quanto meno non dovrebbero mettere nello stesso calderone (e nello stesso tariffario) portali gestiti da multinazionali e profili di privati su Facebook.

A voler pensar male, si potrebbe sottolineare come la SIAE sia una società che dallo scorso novembre è senza un presidente e che è stata commissariata a febbraio di quest'anno, e che alcune voci danno in debito di 800 milioni di euro con i propri associati.

A fronte di cifre simili, la maniera più veloce di far cassa è sicuramente di vessare i pesci piccoli con "importi dovuti" che saltano fuori all'improvviso. Se domani di punto in bianco venissero chiusi tutti i siti di streaming pirata, non è detto che la gente si riverserebbe automaticamente nei cinema o a comprare DVD e Blu Ray. Se invece di punto in bianco chiunque abbia mai pubblicato (o anche solo linkato!) un trailer sul suo blog, sul suo sito personale o sul suo profilo Facebook, pagasse (come minimo!) 1800 euro alla SIAE...
Un'altra peculiarità della SIAE: il principio dell'equo compenso (una tariffa sui supporti atti alla duplicazione, volta a compensare i danni economici della pirateria) è presente in tutta Europa, ma solo in Italia si applica anche a chiavette USB, hard disk, memorie dei cellulari (!) e in generale a qualsiasi cosa su cui sia possibile registrare