E allora, com'è 'sto Vanquish? Prima un po' di storia: Shinji Mikami, Atsushi Inaba e Hideki Kamiya abbandonano Capcom, dove hanno avuto ruoli chiave in titoli come Resident Evil e Devil May Cry, per fondare un proprio studio, Platinum Games. I loro primi titoli non convincono granché, ma con Bayonetta (la versione pornosegretaria di Devil May Cry) si fanno notare, e adesso con Vanquish decidono di dire la loro sul genere dei third person shooter.

Genere che è rappresentato da Gears of War, forse l'essenza dell'immaginario occidentale, con i suoi protagonisti palestrati dall'incedere lento e massiccio. Ecco, Vanquish è un Gears of War accelerato all'inverosimile. O un Bayonetta con i fucili. Ma ora basta con i titillamenti introduttivi, e procediamo andando a vedere com'è il gioco in sé (notare la vicinanza tra i termini "Bayonetta" e "titillamento").

Partiamo dai punti in comune: anche in Vanquish, come in Gears of War, si corre, si spara e ci si ripara. Anche in Vanquish, come in Gears of War, ci si può portare appresso al massimo tre armi, più le bombe. Anche in Vanquish, come in Gears of War, si prende la mira col grilletto sinistro e si spara col grilletto destro (beh, questo anche in un miliardo di altri shooter). Fine dei punti in comune.

Differenze: in Vanquish tramite pressione di apposito tasto si attivano i razzi incorporati nell'armatura del protagonista, facendolo scivolare da una parte all'altra degli ambienti a velocità supersoniche in posa da rocker consumato. Cioè, già con la corsa normale si fa mangiare la polvere ad un Marcus Fenix qualsiasi, con i razzi proprio ciao. Sembra una cagata, ma è la prima cosa che si nota del gioco e ti fa capire subito che QUA NON SI PERDE TEMPO.

Altra differenza: prendendo la mira mentre si fa una capriola, si scavalca un ostacolo, o durante la scivolata rock, si attiva il bullet time, che parte anche quando sta per finire l'energia del personaggio. Sia la scivolata rock, sia il bullet time consumano l'energia dell'armatura del personaggio, e quando finisce bisogna aspettare un po' perché si ricarichi. Fine delle differenze.

Se anche voi come me avete passato piacevoli ore a sbudellare alieni con il Lancer in Gears of War, il primo istinto sarà di giocare Vanquish con lo stesso stile: trova il riparo, uccidi i nemici con calma uno ad uno, trova un altro riparo, uccidi altri nemici, e così via. Vanquish a tutto ciò dice NO e te lo fa capire facendoti arrivare un missile da tre megatoni in testa non appena ti fermi per più di due secondi.
"Ma che hanno 'sti giapponesi, sempre a zompare da una parte all'altra..."
In Vanquish i nemici (principalmente robot di ogni forma e dimensione) non si mettono vergogna e fanno presto a venirti a stanare o a beccarti dai fianchi, arrivando non di rado a circondarti. Le abitudini sono dure a morire, quindi all'inizio passi il tempo a scivolare razzomunito da una copertura all'altra: Vanquish ti dice "sì, sì, fai pure" finché non arriva il primo boss che comincia a sbriciolare tutti i muri e ogni possibile riparo.

Allora ti ricordi che c'è pure 'sto bullet time, ed è lì che cominci davvero a entrare nello spirito del gioco. Scivola in mezzo ai nemici, capriola, bullet time, spara spara spara, occhio a non finire l'energia, riparo per evitare il missile, corri corri corri, bullet time di nuovo, spara, piglia l'arma, capriola per evitare il piedone del robot gigante, e così via.

Vanquish ha un ritmo estremamente elevato, molto "arcade" se così si può dire; in ognuno dei suoi sbrodolosissimi 60 fotogrammi al secondo ci sono sempre piogge di proiettili, orde di robot che zompano qui e là, pezzi di scenario che esplodono, e via incasinando.
Il tipico gioco giapponese, insomma
Il ritmo non cala mai e gli intermezzi di storia tra un livello e l'altro sono brevi e indolore. A proposito di storia, avrete notato che chiamo il protagonista PERSONAGGIO, è che la storia è in effetti del tutto passabile e i personaggi sono tutti delle macchiette, macchiette molto ben caratterizzate e calate nella loro parte, per carità, ma niente di memorabile, a parte la minigonna ascellare della tizia che fa da supporto tattico al protagonista (che si chiama Elena, visto la memoria?).

Per dirla in breve, in Vanquish siamo in un futuro ipertecnologico, il presidente degli Stati Uniti è una donna, e i cattivi sono i russi, come ai bei vecchi tempi.
La trama di Vanquish
Ma la storia in questo tipo di giochi non conta niente, specie se il gioco è così spinto in senso arcade. Vanquish è un gioco dalle meccaniche molto ben studiate, la sua ragion d'essere inizia e finisce nell'azione in sé, e tutto il resto è contorno.

In tal senso anche la durata relativamente breve non dà più di tanto fastidio, dato che si è spinti a rigiocare i vari livelli per realizzare prestazioni sempre migliori, che possono poi essere confrontate con IL MONDO tramite le leaderboard online. Del resto va anche detto che più di questo nel gioco non si può fare, dato che non c'è nessuna modalità cooperativa né competitiva, né online né offline. Pure a livello di elementi sbloccabili siamo messi maluccio: a parte la modalità superhard, dopo aver finito il gioco non c'è nessuna ricompensa. Manco, chessò, un'arma nuova. Chi vuole armi aggiuntive se le potrà comodamente scaricare A PAGAMENTO.

In definitiva, Vanquish è un ottimo titolo, ma probabilmente non per tutti: chi non apprezza lo stile giapponese (ma anche lo stile arcade in genere) potrebbe trovarlo semplicemente confuso e inutilmente complicato, e come abbiamo visto questo gioco oltre al gameplay offre molto poco. Se invece i giochi sushi non vi dispiacciono, dateci pure un'occhiata.
Il giocatore tipo di Vanquish
PRO:
Veloce e frenetico
Gameplay profondo
Tecnicamente ben fatto

CONTRO:
Veloce e frenetico
Storia poco coinvolgente
Niente gioco online, niente unlockables

GIUDIZIO FINALE: 7+
Per molti (beh, per qualcuno), ma non per tutti.

BONUS:
Un tizio finisce il livello della demo alla velocità della luce: