Ci scrive Marta Brugola da Monte Nevoso (BZ): "Recensopolo sono qui a Monte Nevoso a chiarire certe cose di famiglia, e mi sono portata dietro il mio nuovo iPad, non è che mi suggerisci qualche fumetto bello volante da leggermi tramite una di quelle app di cui dicevi?".

Cara amica Marta, ma certo: l'ultimo post della settimana zombie sarà dedicato proprio ad un fumetto di cui il sottoscritto ha persino scaricato l'app fattapposta su iPad: The Walking Dead.

Insomma di 'sto Walking Dead ne avevo già sentito parlare e straparlare, già da prima che arrivasse la serie tv, ma mi sono deciso a leggermelo solo quando finalmente ho avuto un supporto adatto: l'ambiguo iPad.

Intanto che raccoglievo i soldi per comperare l'aggeggio mi sono pure visto il telefilm: non mi è dispiaciuto, anzi, ma leggendo in giro vedevo tutti commenti del tipo "sì dai ma il fumetto è un'altra roba ehhh".

È con queste premesse che mi sono approcciato al fumetto scritto da Robert Kirkman e disegnato da Tony Moore (per i primi 6 numeri) e Charlie Adlard (per tutti gli altri, finora 81 in tutto).
E gli zombie si approcciavano a me
The Walking Dead, il fumetto, parte con toni e atmosfere simili a quelli del telefilm, ma rapidamente se ne distacca e sprofonda in abissi molto più cupi e disperati (fermo restando che comunque il telefilm racconta storie molto indipendenti dal materiale originale). Chissà se le prossime stagioni della versione tv seguiranno la stessa strada.

Questo fumetto è metà Il signore delle mosche metà The Road, con gli zombie a fare da contrappunto al tutto. The Walking Dead è la storia di un gruppo di persone che sopravvivono in un mondo infestato da zombie: Robert Kirkman sottolinea molto le differenze che l'avere sempre un non morto alla porta causa nel quotidiano.

Kirkman è anche maestro di tempistica e scrive storie che tengono sempre alta l'attenzione e regolarmente si concludono con un cliffhanger (a volte a dire il vero in modo un po' forzato). Nell'arco di 80 numeri ne succedono di cotte e di crude - il tema dominante è che, in un mondo allo sfascio e pullulante di zombie pronti a farti la pelle nel giro di un morso, si ritorna tutti ad uno stato più primordiale ed animalesco.
Resistere per sempre o abbandonare la lotta?
E così il fumetto prende una piega discendente - nel senso che l'atmosfera si fa sempre più cupa: limiti che non dovevano essere oltrepassati vengono infranti, personaggi che si credeva si sarebbero salvati muoiono o perdono pezzi, attimi di pace e tranquillità rivelano tensioni e miserie... e così via. Il messaggio che tende ad arrivare è che in un mondo dominato dagli zombie l'uomo è costretto a vivere con sé stesso e con i propri simili, con tutte le conseguenze che ciò comporta.

La qualità della scrittura di Kirkman - che è anche maestro nel caratterizzare un qualsiasi personaggio nel giro di poche vignette, e nel proporre soluzioni spesso originali e non scontate nel dipanarsi degli intrecci - si sposa bene con i disegni (in rigoroso bianco e nero) di Adlard, che forse è più appropriato ai toni cupi della serie rispetto a Moore, che aveva uno stile più cartoonistico.

In conclusione, potremmo definire The Walking Dead un lontano parente di Preacher: anche qui viene dato ampio spazio alla caratterizzazione ed alla crescita dei personaggi, ed alle relazioni tra di loro. La differenza principale sta nel fatto che laddove Ennis si lasciava spesso andare alla farsa, Kirkman invece non abbassa mai i toni, e anzi lavora costantemente per mantenere la tensione sempre alta.

E ci riesce appieno.
Questo fumetto è pieno di momenti "E ORA?"
PRO:
Grande ritmo nella narrazione
Atmosfera cupa e relativamente realistica
Cura nella caratterizzazione dei personaggi e delle loro relazioni

CONTRO:
Alcuni cliffhanger si risolvono in una mezza vignetta loffia nel numero dopo (ma intanto t'invogliano a leggere)
Il passaggio di consegne tra i due disegnatori della serie infastidisce un po' (ma si supera presto)
Qualsiasi altra cosa (ma qualcos'altro)

GIUDIZIO FINALE: 8+
Zombie che più zombie non si può.

BONUS I LETTORI CI SCRIVONO EDITION:
Qualche anno fa la nostra Marta Brugola è stata protagonista di una fiction capolavoro: