Questo weekend mi sono fatto una full immersion di Misfits (la serie supereroistica inglese - ci torneremo a breve su queste pagine) per cui è stato abbastanza traumatico tornare, in occasione di questa seconda puntata della seconda stagione di The Walking Dead, allo stile di recitazione ampolloso e manieristico dei telefilm americani ("ricchi di pathos, ma senza espressività", com'ebbe a ben dire l'esimio collega). Tanto più che si è trattato di una puntata interlocutoria, lenta e in cui succede ben poco, e quel poco succede giusto all'inizio e alla fine.

Nel mezzo abbiamo 1) un gruppo di disperati che girano in tondo lungo quelli che devono essere i rimasugli della foresta di Lost 2) il personaggio di colore che riceve i suoi cinque minuti sindacali di visibilità e li usa per sottolineare che lui è nero e nessuno ci vuole bene, ma soprattutto 3) Shane e Rick che lanciano pesanti segnali che fanno pensare che si vogliano dare all'amore dei maschi.

Questo soprattutto in una particolare scena, dove c'è Shane che in teoria dovrebbe fare la parte di quello che sostiene l'amico con rauche rassicurazioni e maschie pacche sulle spalle, ma in realtà tra sguardi intensi, sudori bollenti e languide carezze mi aspettavo che da un momento all'altro ci scappasse la lingua in bocca. Tanto più che ad un certo punto i due vengono interrotti da un altro personaggio e si allontanano di scatto l'uno dall'altro come due adolescenti sorpresi a limonare... aggiungiamoci che la moglie di Rick viene dipinta sempre più come la zucculona acida che in realtà è lei quella che porta i pantaloni, e forse abbiamo tra le mani i prodromi di quello che sarà il VERO futuro colpo di scena del telefilm...

"Baciami stupido!"