Mad Men anticipa più o meno tutto ciò che vuol dire nella sua stupenda sigla iniziale: un uomo stilizzato che, vestito in abiti eleganti, precipita in un vuoto bianco e ovattato, mentre è circondato dai feticci artificiali del lusso e della felicità proposti da enormi insegne pubblicitarie. Ma, alla fine, nonostante tutto, si ritrova comodamente seduto sulla sua poltrona, mentre regge compiaciuto una sigaretta tra le dita.

Mad Men trasporta nell'America dei primi anni 60, quando quella cultura dell'immagine e dell'apparenza in cui ancora oggi viviamo andava nascendo e affermandosi. Nelle peripezie di Don Draper - l'uomo silhouette della sigla - e dei suoi colleghi dell'agenzia pubblicitaria di cui è direttore creativo, si ritrova tutta la contraddizione di una società che fa della felicità e dei sogni una merce di scambio.

Perché il messaggio di fondo sembra essere che quando si riduce l'esistenza ad una mera rincorsa per l'appagamento di bisogni artificiali... quando si impacchetta la gioia e la si vende decorata di un bel nastro rosso... quando si arriva a questo punto, non si rimane con altro che con dei sorrisi a strapiombo sul nulla, quelli che dai loro cartelloni vegliano sulle strade ormai deserte della vita.

Una serie dedicata a chi vuole smettere di fumare

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