Realizzato alla fine degli anni 60 e arrivato in Italia all'inizio degli 80, Bem il mostro umano è l'anime che tutti i ragazzini di allora ricordano "perché faceva davvero paura". A rivederlo oggi, ovviamente, tutti i momenti-spavento non funzionano più, e la qualità dell'animazione mostra tutti i suoi anni. È rimasta intatta però l'atmosfera, pesante e lugubre, che permeava il tutto.

Davvero, in Bem il mostro umano non c'è un muro che non sia pieno di crepe, una casa che non sembri dover crollare da un momento all'altro, una foresta che non abbia tutti gli alberi secchi. I personaggi in scena - disegnati con tratti grezzi, e tutt'altro che "belli" - sono sempre rari, isolati. Non c'è vita e non c'è vitalità in questo anime, e anche la colonna sonora, con i suoi passaggi lenti e rarefatti, ci mette del suo.

È proprio questo suo essere così diroccata a tutti i livelli la caratteristica unica di questa breve serie (in tutto conta 26 episodi). Gli anime odierni, con la loro pulizia tecnica, le loro animazioni curate, e i loro colori così vivi, difficilmente possono riprodurre atmosfere simili. Per cui, pur con tutte le sue ingenuità e i suoi limiti, Bem il mostro umano è sicuramente una serie da annoverare tra i classici dell'animazione nipponica, e che merita di essere riscoperta - perché, anche se non fa più paura, è capace ancora oggi di trasmettere un'angoscia e uno straniamento senza pari.