Q.U.B.E. sembra quasi uno spin off di Portal e Portal 2: si presenta con lo stesso stile asettico, ne riprende la struttura da puzzle in prima persona, e fa propria l'intuizione di incastonare il gameplay in una cornice narrativa non banale. Per quanto non sia al livello della serie Valve, questa produzione indie riesce comunque a dire la sua grazie all'originalità delle meccaniche di gioco e all'indubbia cura riposta nella realizzazione.

I puzzle, che si basano sulla possibilità di manipolare i cubi colorati che spiccano nel biancore degli scenari, sono in generale risolvibili senza salti o altre prodezze da platform. A ciò si aggiunge la capacità del protagonista di interagire con qualsiasi oggetto o meccanismo a dispetto della sua distanza: basta che ci sia contatto visivo e che il bersaglio sia al centro dell'inquadratura. Mettiamoci pure che non si può morire, e avremo un gameplay dal feeling nettamente riflessivo, completamente incentrato sulla risoluzione di enigmi visuospaziali.

L'introduzione ottimamente cadenzata di nuove meccaniche, e il lato narrativo minimalista, ma intrigante, tengono desto l'interesse per tutta la breve durata del gioco, che può essere completato in 3/4 ore. Una volta raggiunto il finale, si rimane con quella piacevole sensazione tipica della produzione che ok, non è un capolavoro assoluto, ma ha saputo comunque sfruttare fino in fondo i propri mezzi. Un titolo semplice e veloce, ma non banale, perfetto se si vuole qualcosa di non troppo impegnativo, ma comunque sostanzioso e soddisfacente.