Dopo più di un anno dall'uscita del suo ultimo film, Scorsese torna alla ribalta con il genere che più di tutti l'ha reso famoso: il gangster movie. In Hugo Cabret c'è tutto: drammi, violenza gratuita, droga, denaro sporco... manca solo De Niro... o Di Caprio... Nelle prossime righe spoilereremo questo nuovo capolavoro, evidenziando tutte le caratteristiche che renderanno questa pellicola un affascinante erede di Quei bravi ragazzi. Il grande Martin è tornato, e non poteva fallire!

Da subito ci viene presentato il protagonista, Hugo Cabret, un giovanissimo orfano della Francia degli anni trenta, forzato a vivere di nascosto nella ferrovia di Montparnasse. La sua situazione l'ha ben presto costretto ad imparare ad arrangiarsi, e così in poco tempo è arrivato a padroneggiare l'arte del furto, insegnatagli dal padre (che in seguito morirà in un attentato).

Pratica di scassinaggio
La trama del film è chiara dopo pochi minuti di pellicola, quando l'incontro con il temibile Georges Méliès porta il nostro giovane protagonista a diventare suo apprendista nel negozietto di giocattoli della stazione. Ben presto capirà che il negozio è solo una copertura per colui che un tempo era riconosciuto come uno dei più grandi gangster di tutti i tempi.

Nel riscoprire la storia di Méliès, Hugo si ritroverà catapultato in un'avventura densa di misteri e interrogativi, che lo porterà a investigare su un passato di cui sembrava persa ogni traccia.
Il temibile Méliès
Affascinante anche la parte dell'ispettore Gustav, il "cattivo tenente" della stazione che, noncurante dei mezzi, farà di tutto per raggiungere lo scopo di mantenere sotto controllo la criminalità.

Più che riuscite anche le scene degli inseguimenti, dove finalmente il 3D fa il suo dovere, rendendo l'esperienza visiva ancora più gratificante.
La corruzione dell'animo
Non siamo forse davanti ai dialoghi brillanti della precedente filmografia di Scorsese, ma rimane comunque presente la capacità del regista di farci affezionare ai personaggi dopo sole poche battute.

Il commovente epilogo e i vari flashback dei protagonisti riescono a dare un quadro generale ben chiaro su tutte le vicende, rispondendo perfettamente ad ogni domanda, riportando sul binario del film cerebrale quello che per qualche momento si è mostrato come action movie.

Ora, Hugo Cabret ha poco a che fare con quello che ho scritto, però è un gran film e il 3D per una volta ha quasi un senso d'esistere. Vedetevelovici!