Dopo un prequel che si prendeva forse un po' troppo sul serio, la seconda stagione di Spartacus: Blood and Sand torna a spingere l'acceleratore sul pedale della tamarraggine e del cameratismo maschio in puro stile anni 80, lasciando anche un po' in ombra tutta la consueta parte dedicata agli intrighi e ai sotterfugi della compagine patrizia del cast.

Sebbene ciò porti a un risultato di nuovo meno equilibrato rispetto alla stagione d'esordio, da buon reduce degli anni 80 non ho potuto non apprezzare il livello stratosferico della muscolarità di questi ultimi episodi, quello spirito di corpo fatto di pacche sulle spalle e bistecche e calci in culo che è sempre gradito a chi è stato cresciuto dalle robe di Schwarzenegger e Stallone.

Aggiungiamoci pure che vedere combattere fianco a fianco gli ex rivali Spartaco e Crisso (nonché il nerissimo e incazzatissimo Doctore, e anche qualcun altro di cui non vi dico niente per non togliervi la sorpresa) ha quel ché di galvanizzante dei migliori crossover fumettistici.

Tette e culi come d'ordinanza, slow motion idem (in certi momenti pare d'avere a che fare con un John Woo d'annata). Effetti speciali in generale ben calibrati, tranne che in qualche caso dove si smarmella un po'. Più alto del solito il livello dello splatter (ma ci sta bene, considerata l'esplosione di testosterone generale).

L'equivalente televisivo di una succosa bisteccona ai ferri.

Liam McIntyre non ha lo sguardo furbetto di Andy Whitfield, ma alla fine se la cava comunque egregiamente

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