L'adolescente medio delle serie televisive è sulle linee del "sono il tipico sedicenne che fa tre sport, è membro di una decina di club, fa volontariato nel tempo libero e politica a tempo perso, è popolare ma non se la tira, e non è bello ma putacaso piace a tutte le gnocche della scuola, perché basta essere sé stessi". The Inbetweeners invece ha dei protagonisti molto, molto più vicini a quella che è l'amara realtà della quasi totalità degli adolescenti...

Serie inglese (e come poteva non esserlo) consigliatami dal valente Fiandra, The Inbetweeners conta tre brevi stagioni, ed è una commedia dalla comicità serrata e dai tempi perfetti, servita con battute e scenette sparate a raffica sullo spettatore. I protagonisti sono quattro ragazzi insicuri e timidi, poco popolari, socialmente inetti, ripetutamente al centro di situazioni imbarazzanti, e ovviamente sempre alla disperata ricerca della gnocca.

Siamo distanti anni luce dagli adolescenti da operetta delle serie americane: qui ci sono gli scherzi scemi, le battute idiote, le canzonature irriverenti... ma anche la realtà del sottoproletariato urbano, e il grigiume della periferia: il merito più grande di The Inbetweeners, forse, sta nel suo ricordarci che esistono vita e vitalità anche lì dove lo splendente sole di Hollywood non arriverà mai, e dove forse è pure bene che il suo bagliore accecante e implacabile, che permea e manda in fumo tutto e tutti, non arrivi mai...


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