C'era una volta il cinema italiano, quello che a ruota ripeteva sempre sé stesso, senza nessun tentativo di rinnovarsi, di cambiare qualcosa. Quel cinema venne poi definito cinepanettone, non tanto per il periodo in cui usciva nelle sale quanto per la sensazione di doverlo guardare a tutti i costi ogni anno come rituale nazionale. Dopo quasi 30 anni di scene identiche, era inevitabile che la cosa diventasse indigeribile, così  finalmente qualcosa si è smosso e oggi possiam parlare di una commedia italiana fatta all'americana: bene!

Per chi non lo sapesse Boris è una serie in tre stagioni andata in onda solo su Sky che parla di una troupe televisiva alle prese con la produzione della soap opera "Gli occhi del cuore". Una sorta di meta-televisione che dà il meglio di sé nel mostrare un ambiente apparentemente esagerato, ma in realtà poco lontano dalla realtà.

René Ferretti doppiato da George Clooney
Nei vari episodi è facile notare una certa vena parodistica nei confronti delle soap italiane, così assurde e forzate, visibilmente fatte "a cazzo di cane", ma il punto vincente della serie non è tanto nella polemica, affrontata con leggerezza, quanto nella bellezza dei personaggi.

Tutti i protagonisti della serie, e sono veramente tanti, godono di una certa stereotipata profondità individuale in grado di distinguerli e farci affezionare già dalla prima puntata, accompagnandoci in un mondo così folle da sembrare vero. Particolarmente curioso il fatto che Arianna, l'unico personaggio normale e serio di tutta la serie, abbia come "difetto eccentrico" il fatto che ha votato Berlusconi alle ultime elezioni.
Una Guzzanti che vota Berlusconi
Il film nato da questa serie fortunatamente non abbandona nemmeno uno dei suoi personaggi vincenti e non si allontana minimamente dallo spirito delle tre stagioni. Ciò che invece fa è dare un ritmo diverso, mostrare con molta più disinvoltura scene di esterni, proponendo nuovi interessanti personaggi senza però privare quelli storici di almeno una, meritatissima, scena epica.

Come era giusto che fosse, il passaggio della serie al lungometraggio coincide con il passaggio dei nostri beniamini alla produzione di un film che, originato dall'acquisto dei diritti del libro "La Casta", dovrebbe segnare il grande passo verso una produzione seria e importante per il regista René Ferretti.
Da rimanere a bocca aperta!
Anche qui il paragone con la realtà cinematografica italiana è inevitabile e palese, romanzando simpaticamente l'impossibilità di fare bei film in Italia a causa di un pubblico che sa apprezzare solo le scoregge e le volgarità dei cinepanettoni più famosi.

In conclusione un film che non delude minimamente le aspettative e che nessun fan della serie dovrebbe perdersi. Per tutti gli altri è un'ottimo stimolo per scoprire il telefilm o anche solo per rendersi conto che il cinema italiano ha ancora delle gran potenzialità per emergere e distinguersi.

Dai, dai, dai!