Forte della mia quindicina di ore di gioco, la mia idea per ora è che The Elder Scrolls V: Skyrim è in un certo senso la versione fantasy di Grand Theft Auto: un gioco enorme, che offre un miliardo di cose da fare, e che prevede innumerevoli minuzie e dettagli secondari in cui perdersi. E, mentre ci si perde in questo mondo, si finisce pure per perdonargli il fatto che invece le robe fondamentali - il sistema di combattimento in primis - funzionano davvero, davvero, davvero maluccio. Anzi, alla fine dai e dai si può addirittura arrivare a farsi piacere i legnosi scambi di legnate con orchi, draghi, elfi e banditume vario.

Le carte vincenti di Skyrim sono principalmente due, per quel che mi riguarda. Da un lato, finora non ho trovato un singolo personaggio non giocante che non avesse una - per quanto semplice - vita propria: niente orde di passanti che scompaiono una volta girato l'angolo, e ciò ovviamente rende molto più credibile e ricco il mondo di gioco. Mondo di gioco che, dall'altro lato, è ricolmo di quest secondarie, un po' come il mondo di Assassin's Creed: Brotherhood, solo che, a differenza che in quest'ultimo, in Skyrim portare a termine le quest e racimolare denaro e punti esperienza ha una sua effettiva e marcata utilità, a differenza che nel titolo Ubisoft.

Insomma, anche se come il sottoscritto non amate (per usare un eufemismo) il fantasy, e anche se chi invece ama i giochi di ruolo si è lamentato di certe semplificazioni rivolte ai "non addetti ai lavori", The Elder Scrolls V: Skyrim rimane comunque un gioco imponente, che si regge benissimo anche solo sul proprio gameplay, e che propone un mondo virtuale tra i più ricchi, vitali e immersivi che siano mai stati realizzati in forma videoludica.

Il trailer maschera i molti problemi grafici del gioco - clipping, animazioni così così, texture che specie da vicino mostrano qualche magagna - la bellezza delle ambientazioni naturali, però, è la stessa ed è formidabile