La quinta stagione di Mad Men torna a puntare prepotentemente i riflettori sui personaggi, ma siamo lontani dal glamour degli esordi: i protagonisti sono stanchi, affaticati, tristi e solitari, e nel corso delle tredici puntate la sensazione è quella di un coltello lentamente rigirato in una piaga ormai incancrenita.

L'immagine è forte, ma davvero la visione degli episodi di questa stagione si rivela, alla lunga, spossante... se volete tirarvi su il morale, meglio girare al largo. Il punto è che come mai prima i personaggi si ritrovano sperduti, lontani da qualsiasi sicurezza, senza alcun rifugio di pur temporanea felicità o, quanto meno, di illusorio sollievo.

E poi c'è il finale: semplicemente spettacolare, forse il migliore finora. Una chiusura in cui finalmente il coltello viene rimosso dalla piaga... o in cui forse viene semplicemente accettato e lasciato lì, tenendolo in modo che faccia il meno male possibile.

Un omaggio a Nip/Tuck?

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