Cosa rese Amiga così speciale? Cosa spinge una nutrita comunità di utenti ad utilizzare ancora oggi questo computer, ad anni dalla sua definitiva morte commerciale? Cosa motiva diverse società (più o meno serie) a cercare ancora di riportarne in auge il nome?

In questo secondo post introduttivo della serie A history of the Amiga, Jeremy Reimer di Ars Technica dà la sua risposta a queste ed altre domande, chi volesse leggere l'articolo originale può recuperarlo qui.

INTRODUZIONE
Amiga 1000
Amiga era un sogno divenuto realtà: un computer multimediale veloce, economico e flessibile che poteva fare virtualmente tutto. Gestiva grafica, sonoro e video con la stessa facilità con cui gli altri computer dell'epoca manipolavano il semplice testo. Si può facilmente dire che fosse avanti di una decida d'anni, per quei tempi. Era tutto ciò che i suoi progettisti avevano immaginato potesse essere, eccetto che per un problema cruciale: il mondo era sostanzialmente all'oscuro della sua esistenza.

Con i personal computer a giocare un ruolo oggi così prominente nella società moderna, sorprende scoprire che in realtà già nel 1985 apparì una macchina con la maggior parte delle caratteristiche dei moderni PC. Senza quasi nessuna eccezione, chi comprò e usò un Amiga ne è diventato un fan sfegatato. Alcuni sono anche pronti ad affermare categoricamente che i PC moderni, nonostante la loro velocità e potenza, non sono divertenti da usare come lo era Amiga, e non ne hanno lo spirito. Una minoranza usa ancora i propri Amiga, mentre la maggior parte dei computer mainstream con caratteristiche equivalenti dell'epoca sono stati da tempo relegati ai bidoni dei rifiuti. Gli utenti Amiga, di gran lunga molto più di qualsiasi altro gruppo, erano e sono estremamente appassionati alla loro piattaforma.

Perciò, se l'Amiga era tutta questa gran roba, perché così poca gente ne aveva sentito parlare? Il mondo è pieno di libri sull'IBM PC e sui suoi numerosi cloni, ed esiste anche una nutrita libreria di titoli sui computer Apple e sulla piattaforma Macintosh. Ci sono anche molti libri e documentari sui primi giorni dell'industria dei computer. Alcuni esempi ben noti sono l'eccellente libro Accidental Empires (che diventò un documentario della PBS col nome Triumph of the Nerds) ed il seminale Fire in the Valley (che divenne un film TV della HBO intitolato Pirates of Silicon Valley, nome italiano I pirati di Silicon Valley).

Questi lavori ci danno una versione emozionante dei primi giorni dei personal computer, e ci mostrano personaggi come Bill Gates e Steve Jobs darsi battaglia mentre al tempo stesso si sforzano di instaurare la loro nuova industria e di essere presi seriamente dal resto del mondo. Ci raccontano in maniera eccezionale la storia di Microsoft, IBM e Apple, e di altre società che invece non sopravvissero. Ma menzionano Commodore e Amiga raramente e solo di sfuggita. Perché?

Quando iniziai a cercare libri e video dello stesso tipo, ma su Amiga, rimasi a mani vuote. Un'approfondita ricerca di libri su Amiga risultò solo in una manciata di vecchi manuali tecnici, guide pratiche per diversi programmi, e linee guida per la programmazione. Non ci potevo credere. Era una storia così poco interessante? Amiga fu davvero solo una riga a margine della storia, che non apportò niente di nuovo e di diverso dalle altre piattaforme?

Quando cominciai a cercare, scoprii la risposta, e mi sorprese più dello scoprire che un tale computer fosse mai esistito. La storia di Commodore e di Amiga è, di gran lunga, ancora più interessante di quella di Apple o di Microsoft. È una storia di visionarietà, eccezionalità tecnica, dedizione, e cameratismo. È anche una storia di inganno, slealtà, e tradimento. È una storia che per la maggior parte non è stata raccontata.

Questa serie di articoli cercherà di spiegare cosa fu Amiga, cosa significò per i suoi progettisti e per i suoi utenti, e perché, nonostante la sua relativa oscurità e la sua repentina morte, significò così tanto per l'industria dei computer. Seguirà alcune delle persone le cui vite furono cambiate dal contatto con il mondo Amiga e mostrerà cosa stanno facendo oggi. Infine, guarderà al piccolo ma devoto gruppo che ha fatto ciò che molti pensavano impossibile, sviluppando un nuovo computer Amiga ed un nuovo sistema operativo, dieci anni dopo la bancarotta di Commodore. Molto dopo che quasi tutti avevano dato Amiga per morto, queste persone hanno dedicato il loro tempo, la loro esperienza ed i loro soldi al raggiungimento di questo traguardo.

A molti questi sforzi potrebbero sembrare futili, persino stupidi. Ma non sembrano affatto stupidi a quelli che capiscono, che c'erano e vissero l'Amiga al culmine della sua potenza.

Ma questa storia riguarda anche qualcos'altro. Più che la storia di un fabbricante di computer, questa è la storia dell'antica battaglia tra mediocrità ed eccellenza, della lotta tra il mero esistere ed il provare a spingersi al di là delle aspettative. In molti punti della storia, questa lotta mostra due fronti: da un lato degli ingegneri idealisti e infaticabili che si sforzarono fino allo stremo e oltre per creare qualcosa di nuovo e meraviglioso, e dall'altro manager e dirigenti incompetenti e spesso attaccati al denaro che finirono per distruggere quel sogno. Ma la storia di Amiga va oltre. Nella sua essenza, è una storia su tutti coloro - non solo progettisti o programmatori, ma anche normali utenti ed appassionati - la cui vita è stata toccata da Amiga. Ed è una storia su di me, perché mi metto tra queste persone, nonostante sia arrivato al party con quasi una decade di ritardo.

Tutte queste persone hanno una cosa in comune. Capiscono il potere del sogno.

BONUS THE POWER OF THE DREAM EDITION:
L'Amiga al culmine della sua potenza ammiccava agli artisti:


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