Il nome di Jay Miner viene religiosamente riverito da ogni amighista che si rispetti. Il padre di Amiga, il genio che immaginò un computer di una potenza tale che sarebbe stata eguagliata solo parecchi anni dopo.

In questo terzo post introduttivo della serie A history of the Amiga, Jeremy Reimer di Ars Technica ci parla dei primi anni di Jay, del suo spirito pioneristico, e del suo incontro con Atari. Il testo originale è recuperabile qui.

IL SOGNO (1977-1984)
Jay Miner e il suo cane, Mitchy
Amiga è stato creato grazie all'aiuto di molte persone, ma ad immaginarlo, a crearne il sogno fu una persona sola, conosciuta come il padre di Amiga. Il suo nome era Jay Miner.

Jay naque a Prescott, in Arizona, il 31 maggio 1932. Figlio della Depressione, si interessò di elettronica sin dalla più tenera età. Iniziò l'università alla statale di San Diego. A quei tempi infuriava la guerra in Corea, e Jay scelse di unirsi alla Guardia Costiera. I suoi studi e i suoi interessi giocarono a suo favore, portandolo ad una scuola di elettronica a Groton, in Connecticut. Fu lì che incontrò la sua futura moglie, Caroline Poplawski. Si sposarono con una tranquilla cerimonia nel 1952.

L'interesse di Jay per l'elettronica continuò a crescere, così portò la sua sposa novella in California, dove si iscrisse all'università della California a Berkeley. Ottenne la sua laurea in ingegneria elettronica nel 1958. Berkeley sarebbe successivamente diventata un calderone della computer science, che sfornò, tra le altre cose, il protocollo di comunicazione TCP/IP, che sarebbe in seguito diventato lo standard per tutta internet.

Nei dieci anni successivi Jay passò di società in società, molte delle quali erano startup. Il suo desiderio di partecipare in maniera incisiva alle fasi di progettazione era di gran lunga superiore al suo bisogno di un impiego stabile. Nelle startup, tutte le regole tradizionali di gestione e procedura aziendale sono normalmente buttate via dalla finestra. Le persone non si preoccupano di attenersi alle mansioni ufficiali del loro titolo di lavoro; gli impiegati a tutti i livelli, dagli interni al CEO fanno semplicemente tutto ciò che serve per andare avanti col lavoro. Questo tipo di ambiente ben si adattava a Jay.

Alla fine Jay ottenne un posto in una nuova, elettrizzante società chiamata Atari, che era passata dall'essere niente al successo mondiale nel giro di una notte grazie all'invenzione dei primi giochi arcade computerizzati, incluso il blockbuster PONG. Atari non era una società tipica da nessun punto di vista. Il suo fondatore, Nolan Bushnell, era un figlio degli anni '60 e credeva che le corporazioni potevano essere qualcosa di più che semplici apparati senza emozioni votati al profitto: avrebbero dovuto essere come famiglie, in cui ognuno aiutasse gli altri a prosperare anche in altri ambiti oltre a quello finanziario. Ad Atari c'erano poche regole, e non importava quanto una persona fosse stramba, purché fosse in grado di fare il proprio lavoro (un esempio di persona di questo tipo fu Steve Jobs, che in seguito passò a occuparsi di altre e più grandi cose).

L'uomo che arruolò Jay Miner nelle file di Atari, a metà degli anni '70, fu Harold Lee, e i due rimasero colleghi ed amici per il resto della loro vita. Una volta Harold disse di Jay che "stava sempre a progettare, non si fermava mai". Un atteggiamento del genere portava lontano in una società come Atari. Jay finì per diventare il capo progettista dei chip di un prodotto rivoluzionario che avrebbe fondato un'industria multimiliardaria: l'Atari 2600, conosciuto anche come Video Computer System o VCS.
L'Atari 2600 e il gioco che lo rese famoso
BONUS SCHELETRI NELL'ARMADIO EDITION:
L'Atari 2600, figlioccio di Jay:


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