L'hardware? C'è. Il software? C'è (anche se c'è stato qualche intoppo dell'ultimo minuto). I soldi? Ci sono (incredibilmente). E allora crepi l'avarizia, e che si parta con una presentazione extralusso al pubblico, che sia degna della macchina.

In questo post della serie A History of the Amiga, Jeremy Reimer di Ars Technica comincia a parlarci della prima presentazione di Amiga al grande pubblico, una cerimonia in grande stile condotta da un direttore d'orchestra col codino, che si destreggiava tra babbuini inquietanti e triangoli danzanti. L'articolo originale, per chi volesse, è qui.

L'ANNUNCIO

La Commodore affittò il Lincoln Center e assunse un'intera orchestra per la cerimonia di presentazione dell'Amiga, che fu anche ripresa a beneficio dei posteri. A tutti i dipendenti Commodore vennero forniti degli smoking da indossare per l'evento: RJ Mical si distinse trovando un paio di guanti bianchi per rifinire il suo completo. La banda suonò un breve motivetto spigliato con tube e xilofoni mentre un brillante display laser rivelava il nome Amiga usando il suo nuovo font.

Il maestro di cerimonie era il vice presidente del marketing Commodore, Bob Truckenbrode, ma la parola venne presto lasciata alla vera star dello show: il capo degli ingegneri software, Bob Pariseau. Con i suoi capelli lunghi elegantemente legati a coda di cavallo, Pariseau condusse la dimostrazione come un direttore d'orchestra. Ogni gesto delle sue mani segnalava alla sua controparte, che sedeva di fronte ad un vero Amiga 1000, di mostrare un'ulteriore caratteristica della macchina.
Robert Pariseau
"Con l'Amiga, è l'utente a decidere come usare il proprio tempo, non il computer", commentava Pariseau, mentre il suo assistente mostrava la flessibilità dell'interfaccia utente grafica, una novità per l'epoca. Venne mostrato quindi un word processor grafico, TextCraft, per illustrare come una GUI potesse essere usata nel lavoro quotidiano: il programma aveva menù, toolbar, ed un righello a schermo per impostare margini e tabulazioni. Roba da niente nel 1995, ma che un decennio prima, nel 1985, era stupefacente!

Dopo TextCraft, si passò a mostrare le capacità grafiche dell'Amiga, visualizzando tutti i 4.096 colori contemporaneamente sullo schermo, seguiti da un primo piano della faccia di un babbuino ad una risoluzione di 640 per 400: un'immagine che molti potrebbero ricordare perché li fissava dalle pubblicità dei monitor VGA nei primi anni '90.
Sta guardando te!
Dalle immagini statiche, si passò al punto forte dell'Amiga: le animazioni. I chip custom avevano dei comandi hardware per riempire delle aree arbitrarie dello schermo di un determinato colore: chi si ricorda di Photoshop sui computer più vecchi ricorderà anche quanto fosse lento riempire delle aree di colore appoggiandosi solo alla CPU. L'accelerazione hardware dell'Amiga invece riempiva triangoli multipli di diversi colori mentre roteavano e si intersecavano allungandosi per lo schermo, il tutto a 30 frame al secondo costanti. Un'altra animazione dimostrativa, Robot City, esibì gli sprite e la rilevazione delle collisioni tra gli stessi, caratteristiche integrate nell'Amiga che permettevano di animare grandi personaggi su fondali complessi e di farli interagire l'un l'altro.
Riempimenti grafici hardware
Nessuna delle dimostrazioni aveva bisogno dell'intero computer per fare le sue magie. Ogni demo a schermo intero poteva essere fatta scorrere fluidamente in basso nello schermo per rivelare altre applicazioni in esecuzione sullo sfondo.

Il concetto di multitasking era virtualmente sconosciuto agli utenti di personal computer nel 1985, e Bob mostrò diversi esempi di come questa caratteristica potesse essere usata non solo per l'intrattenimento, ma anche per applicazioni serie. Un grafico a barre ed uno a torta venivano tracciati simultaneamente a partire dagli stessi dati numerici, e l'utente poteva passare rapidamente da una finestra all'altra per vedere i risultati in uno dei due formati.

Passando dalla grafica al sonoro, Bob dimostrò l'hardware sonoro a quattro canali sintetizzati usando la tastiera come un pianoforte virtuale con il quale suonava diversi strumenti campionati. "Anche con tutti e quattro i canali in funzione contemporaneamente, il 68000 è libero", commentò Pariseau, e una cosa del genere non sarebbe stata possibile nel mondo PC per molti anni, finché non furono disponibili delle schede sonore che utilizzassero forme d'onda campionate. Un primo piano dell'operatore che sedeva di fronte all'Amiga mostrò che le sue dita tremavano leggermente - queste demo facevano un sacco di cose tutte insieme, ed il software era nuovissimo ed ancora in larga parte non testato. Tuttavia, l'Amiga fornì una performance magistrale alla sua prima apparizione sotto i riflettori, senza bloccarsi neanche una volta.

La dimostrazione successiva riguardò la sintesi vocale: l'Amiga parlò prima con una voce maschile, poi con una femminile, poi con una voce veloce, poi con una lenta, e tutte avevano un tono modulato in maniera tale da suonare come una persona reale; l'ultima voce invece fu impostata in modo da avere una sola tonalità, "proprio come un vero computer", scherzò Bob. Questa battuta strappò una buona risata al pubblico.

Già nel 1985 il mercato dava segni di volersi standardizzare sugli IBM PC, e Bob riconobbe tutto ciò nel suo discorso. "Sapete, è dura", disse, "è dura essere innovativi in un'industria che è stata dominata da un'unica tecnologia così a lungo. Noi alla Commodore Amiga sapevamo che per fare questo [introdurre una nuova piattaforma] dovevamo essere di almeno un'ordine di grandezza migliori di qualsiasi altra cosa si fosse mai vista."

"E l'abbiamo fatto", continuò, "e dopo ci siamo detti: perché fermarci? Perché non includere anche le tecnologie più vecchie in ciò che abbiamo già fatto?". Fu così che venne preparata la scena per il primissimo emulatore di IBM PC per Amiga, l'Amiga Transformer. Il programma venne fatto partire, dopodiché, in un drive per floppy da 5 e ¼ attaccato all'Amiga, vennero inseriti prima un disco d'installazione PC-DOS, e dopo un disco contenente il Lotus 1-2-3. "Semplice, puro, DOS IBM" disse Bob con tono sconsolato, e la folla rise di nuovo. A confronto delle galvanizzanti dimostrazioni grafiche e sonore di pochi minuti prima, fu un mezzo disappunto vedere il foglio elettronico standard dell'industria prendere possesso dello schermo.

Per rincuorare gli animi, Bob concluse mostrando di nuovo la demo della Boing Ball che era stata mostrata per la prima volta al CES solo un anno prima. "Abbiamo vissuto il nostro sogno", disse, "e l'abbiamo visto prendere vita. Adesso è il vostro turno. Cosa farete con l'Amiga?".

BONUS SEE (NOT TOO WELL) FOR YOURSELF EDITION:

Sul solito YouTube sono riuscito a trovare il video della presentazione... solo che la qualità non è il massimo e soprattutto è doppiato in spagnolo (in stile documentario, cioè mantenendo le voci originali sotto). Meglio che niente (di seguito la prima parte, su cinque totali):


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