I numerosi errori commessi dalla Commodore cominciarono a far salire il malcontento tra gli ingegneri della società, e ci fu uno di loro che si prese una rivincita che è rimasta nella storia e nella mitologia amighista.

Jeremy Reimer di Ars Technica ci racconta di questo episodio e di altri ulteriori guai in questo post della serie A History of the Amiga (in originale qui).

"LO HANNO MANDATO A P*****E"

Molti ingegneri Amiga si sentivano traditi dalla Commodore, dalla sua inettitudine finanziaria e dai suoi patetici sforzi nel marketing. Erano disgustati dal fatto che la loro compagnia fosse riuscita ad assicurarsi un computer così potente ed avanzato e non fosse stata in grado di capitalizzare la cosa. Molti di questi sentimenti negativi rimasero confinati nelle lamentele tra i corridoi, ma una loro parte finì per danneggiare l'Amiga in modo diretto.

Uno degli ingegneri software che lavoravano a degli aggiornamenti del Workbench, l'ambiente desktop dell'interfaccia grafica dell'Amiga, decise che "gliel'avrebbe fatta pagare" alla Commodore, per il suo fallimento nel marketing. Programmò nel codice un messaggio segreto, un qualcosa che nell'industria software è chiamato "easter egg", che sarebbe apparso solo se l'utente avesse premuto una certa combinazione di tasti contemporaneamente. Il messaggio era: "Noi abbiamo fatto l'Amiga, loro lo hanno mandato a puttane" (in originale We made the Amiga, they fucked it up).

Quando vide il messaggio, a RJ Mical venne da ridere, ma disse all'ingegnere (di cui ancora oggi non si sa il nome) che non era accettabile, e che doveva toglierlo. L'ingegnere alla fine acconsentì, e quando Mical controllò il codice finale, il testo offensivo era stato rimpiazzato dal messaggio "Amiga: nato campione" (Amiga: born a champion). Pensò che fosse finita lì.

Mical però non sapeva che l'ingegnere aveva aggiunto una seconda easter egg, contenente il messaggio originale. Per vederlo, bisognava tenere premuti otto tasti diversi, il che avrebbe mostrato la frase "Noi abbiamo fatto l'Amiga" (We made the Amiga) a schermo. Se si continuavano a tenere premuti i tasti, e si aveva una particolare destrezza o un amico da cui farsi aiutare, inserendo un floppy nel drive la parte finale del messaggio sarebbe apparsa sullo schermo per un sessantesimo di secondo. L'ingegnere pensò che nessuno avrebbe mai visto l'ultima parte, ma, dato che l'output grafico dell'Amiga poteva essere riversato direttamente in un videoregistratore, si poteva semplicemente registrare il tutto e poi premere il tasto di pausa per vedere la scritta completa.

Il messaggio fu scoperto all'interno delle ROM della versione europea PAL dell'Amiga 1000, subito dopo che il computer fu messo in vendita nel Regno Unito. I dirigenti della Commodore UK ritirarono decine di migliaia di Amiga dagli scaffali e si rifiutarono di venderli finché non furono disponibili i chip delle ROM sostitutive col messaggio tolto. Il piccolo scherzo di un singolo ingegnere software costò all'Amiga più di tre mesi di potenziali vendite in un mercato di primo piano ed ebbe ramificazioni che si ripercossero a tutti i livelli della compagnia.

L'ABBANDONO DI LOS GATOS

Dopo il fiasco dell'easter egg, la dirigenza Commodore decise che doveva trasferire il team dell'Amiga più vicino ai quartieri generali della compagnia, per tenerne meglio sott'occhio le attività. Agli ingegneri Amiga era stato chiesto di andare da un capo all'altro della nazione, dai loro uffici a Lost Gatos, in California, a West Chester, in Pennsylvania.

Molti ingegneri fecero spallucce e iniziarono a fare le valigie, ma per alcuni questa fu l'ultima goccia. RJ Mical, il guru del software che aveva scritto l'interfaccia di programmazione di Intuition ed aveva progettato una larga fetta della GUI, decise che il suo futuro sarebbe stato altrove. Finì per diventare un consulente indipendente per il software e l'hardware dell'Amiga, incluso uno dei primi dispositivi di cattura video, il frame grabber.

Nonostante i suoi attriti con la Commodore, Mical era ancora fiero del ruolo che aveva giocato nello sviluppo dell'Amiga. "Erano giorni così cool, da non credere" avrebbe in seguito detto all'autore di un documentario sulla Commodore, Brian Bagnall. "Lavorare all'Amiga fu uno dei periodi più magici di tutta la mia vita. Dio, che cosa incredibile abbiamo fatto".

Anche il padre dell'Amiga, Jay Miner, si rifiutò di cambiare squadra. Per quanto avesse lasciato ufficialmente la Commodore, continuò comunque a lavorare per la compagnia in qualità di consulente per molti anni. Donò anche molto del suo tempo ai gruppi di utenti Amiga nel Nord America, per i quali teneva discorsi in cui raccontava la storia di come aveva dato vita al computer dei suoi sogni.

LA RICERCA DELLA STABILITÀ

Le prove e le tribolazioni della Commodore Business Machines International non erano gli unici problemi che assillavano il giovane computer. La versione iniziale del sistema operativo era stata fatta di fretta, e di conseguenza i primi Amiga 1000 andarono in vendita con l'OS pieno di bug. La "Guru Meditation", nata come battuta negli uffici Amiga, sarebbe finita per diventatare l'incubo di molti utenti.
La famigerata Guru Meditation
Dato che l'OS non aveva nessuna protezione della memoria, un errore fatale al suo interno o anche solo in un'applicazione poteva bloccare completamente il sistema, forzando a riavviare la macchina. Gli utenti potevano sì avvantaggiarsi del multitasking dell'Amiga per far girare più programmi insieme, ma poi si ritrovavano a perdere tutto in tutti i programmi aperti quando il computer andava in crash. Il PC, il Macintosh e l'Atari ST, che avevano sistemi operativi molto più semplici, dove poteva girare solo un'applicazione alla volta, non avevano questo problema.

Di conseguenza, l'Amiga si guadagnò la reputazione di essere una macchina instabile, e se la portò appresso per anni. La mancanza della memoria protetta non era il vero problema - un sistema operativo che la implementi in maniera completa può comunque andare in crash per un bug dell'OS stesso, ed un'applicazione che si blocchi sempre non è utile anche se l'OS continua ad andare. Gli ingegneri software della Commodore lavorarono instancabilmente per scovare ed eliminare questi bug, e altrettanto fecero gli sviluppatori delle applicazioni. Anni dopo, la maggior parte degli utenti Amiga sarebbe stata in grado di far girare numerose applicazioni in contemporanea sulle loro macchine, per settimane o anche mesi, senza che la macchina si bloccasse o forzasse al riavvio. Tuttavia, i problemi iniziali di stabilità danneggiarono la reputazione dell'Amiga - una reputazione che si trascinò con sé per il resto della sua vita.

Post precedente | Post successivo