Dici Apple e dici Steve Jobs. Dici Microsoft e dici Bill Gates. Dici Commodore e dici... Marshall Smith? Questo era il nome dell'amministratore delegato della Commodore all'epoca, un personaggio proveniente dall'industria dell'acciaio e responsabile di alcune scelte fortemente discutibili.

In questo post della serie A History of the Amiga (reperibile in originale qui), Jeremy Reimer di Ars Technica ci parla di Smith, delle sue sbevazzate, e del suo promettente, ma sfortunato, successore: Thomas Rattigan.

RATTIGAN PRENDE LE REDINI

Quello che sembrava un così promettente inizio per l'Amiga si era rivelato, almeno per i primi tempi, un qualcosa di molto simile ad un disastro. Eppure, non tutto era perduto. C'era ancora la speranza di poter risolvere i problemi che affliggevano la piattaforma e la compagnia che la possedeva, e di fare finalmente fiorire l'Amiga. Per farlo, tuttavia, ci sarebbe stato bisogno di un cambio nella dirigenza Commodore.

La compagnia, che si trovava nel suo penoso stato da quando il suo fondatore Jack Tramiel era stato buttato fuori senza complimenti dal finanziere amante del jet-set Irving Gould, era all'epoca guidata da un personaggio poco ispirato, Marshall Smith. Smith proveniva dall'industria dell'acciaio, dove tutto rimane uguale a sé stesso per decadi, ed era completamente impreparato al compito di guidare una società appartenente all'industria dei computer.

Un'indicazione del tipo d'uomo che era Marshall Smith arrivò al party di Natale della Commodore del 1985, tenuto alla Sunnybrook Ballroom a Pottstown, in Pennsylvania. Dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo, Smith cominciò a ballare e a spintonarsi allegramente con un gruppetto di ingegneri, tra cui Greg Berlin, Bil Herd e Bob Russell. Per qualche motivo che conosceva solo lui, Smith schiaffeggiò amichevolmente in viso Herd. Herd, che aveva anche lui bevuto, rispose con un altro schiaffo, ma lui aveva la mano ingessata e quindi il suo gesto ebbe un impatto significativamente maggiore. La forza del colpo fece barcollare Smith, ed Herd si limitò a dire "Non farlo più". Smith non rispose niente, ed Herd non fu mai disciplinato per aver colpito il suo boss. "Bere e ballare spintonandosi, credo che siano le uniche cose per le quali [Smith] era qualificato", avrebbe ricordato Russell.

Di certo, Smith non era un buon uomo d'affari. Al CES del gennaio 1985, la Commodore aveva mostrato un innovativo computer portatile munito di schermo LCD. Questo schermo poteva mostrate 16 linee di testo da 80 colonne, il che faceva la sua bella figura a confronto dell'allora popolare Tandy Model 100, che aveva solo 8 linee da 30 colonne. Solo allo show la Commodore prese ordini per 15.000 unità, e tutto lasciava presagire che si sarebbe trattato di un successo eclatante. A quel punto l'amministratore delegato della Tandy/Radio Shack prese Marshall Smith da parte e gli disse che nel mercato dei computer LCD non giravano soldi. Così Smith non solo annullò il progetto, ma addirittura vendette tutta la divisione della Commodore specializzata nello sviluppo e nella produzione di LCD, basandosi esclusivamente su questo dubbio "consiglio" arrivato da un concorrente! La Commodore aveva avuto la possibilità di mettersi alla guida del nascente mercato dei computer portatili, e invece, dopo questo episodio, non avrebbe mai più prodotto niente in quest'ambito.
Il portatile Commodore che non fu mai immesso sul mercato, immagine tratta da old-computers.com
L'uomo che doveva rimpiazzare Marshall Smith era Thomas Rattigan, un dirigente della Pepsi che aveva già lavorato con l'amministratore delegato di allora della Apple, John Sculley. Come Sculley, all'inizio non ne capiva molto di computer, però sapeva ascoltare e imparava in fretta. Nel tardo 1985 Rattigan venne nominato direttore operativo (Chief Operating Officer, COO), alle dirette dipendenze di Marshall Smith. Smith continuò a combinare pasticci quasi in tutto, fino a quando non fu mandato via, nel febbraio del 1986, e Rattigan divenne presidente ed amministratore delegato della Commodore International. Il suo contratto durava cinque anni, e si sarebbe concluso il primo luglio del 1991.

Finalmente, Rattigan poteva prendersi il compito di rimettere in sesto la Commodore, che in quei giorni era come una nave che stava colando a picco. Durante la sua gestione, Rattigan avrebbe allontanato la compagnia dall'orlo della bancarotta, e l'avrebbe resa di nuovo capace di generare profitti. Avrebbe rinvigorito la piattaforma Amiga suddividendola in modelli di fascia alta e modelli di fascia bassa, ciascuno indirizzato ad una propria fascia di mercato. Avrebbe anche guidato una nuova serie di pubblicità che, per la prima volta, avrebbero mostrato in maniera convincente la potenza dell'Amiga.

Per tutti questi risultati, che ottenne in poco meno di un anno e mezzo, Rattigan sarebbe stato ricompensato non con un aumento, né con una promozione, e nemmeno con una pacca sulla spalla. Al contrario, sarebbe stato sbattuto fuori dalla compagnia, licenziato prima ancora che il suo contratto finisse. Al suo posto si sarebbero piazzati dei vampiri, creature dedite non al successo della Commodore o dell'Amiga, ma al prosciugamento di tutte le loro risorse, finché non ne sarebbe rimasto che polvere.

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