Per quanto riprendesse molti elementi da Virtua Fighter, il primo Tekken aveva comunque una sua identità ben precisa. Laddove il titolo Sega era sincopato e nervoso, il picchiaduro Namco si beava dell'ampollosità delle sue animazioni, ampie e distese, e si concedeva anche il vezzo di cambiare inquadratura in occasione di prese e chiavi articolari, per sottolinearle con un taglio più dinamico e spettacolare.