La trentina si avvicina, sei single, hai un lavoro che non ti appaga e le occasioni di fare nuove conoscenze sono sempre meno. Il tuo amico trombeur de femmes ti presenta una fascinosa ragazza giapponese che - inaspettatamente - accetta un invito a cena a casa tua.

Hai fatto le cose per bene: hai cucinato, hai apparecchiato la tavola, hai il vino giusto ed hai acceso la candelina che fa atmosfera. Manca solo lei: arriverà?

Questa è la premessa di Dinner Date, gioco indie della Stout Games che il sottoscritto ha recuperato grazie a Steam, dove sarà è stato in offerta a 4,04 euri fino al 7 marzo (ma anche il prezzo pieno ammonta solo a 4,49 euri, rispetto ai 12 e qualcosa iniziali).

Le meccaniche di gioco consistono in una versione ridotta di quelle di Heavy Rain - a schermo appaiono una serie di icone rotonde che indicano le azioni possibili e il tasto da premere per effettuarle. Tali azioni consistono in robe del tipo guardare l'orologio ('ste donne ritardatarie!), tamburellare nervosamente le dita sul tavolo, stiracchiarsi sulla sedia, e così via.
Le icone che indicano le azioni possibili - mentre il protagonista medita di infilarsi le dita nel naso
Nel frattempo il protagonista - il cui nome è Julian Luxemburg - segue il filo dei suoi pensieri, reso in forma parlata (in inglese e con i sottotitoli nella medesima lingua) e accompagnato da una colonna sonora d'atmosfera. Il lato tecnico di Dinner Date è pregevole: la grafica tridimensionale è molto ben fatta per gli standard dei giochi indie, e la colonna sonora accompagna lo svolgersi dell'azione in modo dinamico: in certi punti bisognerà eseguire determinati passaggi per andare avanti, e la parte successiva dell'accompagnamento musicale inizierà (fondendosi coerentemente con la parte attiva) solo quando avremo premuto il tasto richiesto.

L'idea di Dinner Date è di influenzare l'inconscio di Julian mentre lui segue i suoi pensieri, quindi ci si aspetterebbe che - ad esempio - guardando l'orologio Julian cominci a innervosirsi per il ritardo della sua ospite. Purtroppo non è così.
Anneghiamo i dispiaceri nell'alcool
I venti minuti abbondanti del gioco scorrono senza che si possa influenzare in alcuna maniera significativa lo svolgersi degli eventi: non importa ciò che si spinge Julian a fare "inconsciamente", il flusso dei suoi pensieri sarà sempre lo stesso, così come la conclusione della storia.

È questo il problema più grave di Dinner Date: una volta concluso, rigiocarci non cambia niente: non ci sono finali multipli, né sequenze aggiuntive da scoprire. Tutto rimane uguale a sé stesso, e l'unica cosa che si può fare è provare le varie azioni a disposizione per esplorare l'ambiente.
L'ambiente è la triste cucina/sala da pranzo dell'appartamentino da single di Julian
Esplorazione che può al massimo rivelare nuovi dettagli sul protagonista del gioco - il vino che ha scelto ("Otra Vida"), le riviste e i libri che legge, e così via. Dinner Date è anzitutto e prevalentemente storia, una storia che probabilmente farà risuonare qualche corda emotiva in chi ne partecipa, dato che tocca temi in cui più o meno tutti possono riconoscersi: la solitudine, le delusioni personali e lavorative, e in ultima analisi il senso stesso del vivere.

Questo titolo avrebbe potuto benissimo essere un normale cortometraggio - il suo essere "gioco" aggiunge delle suggestioni di interattività, che però rimangono superficiali e limitate. Perfino The Path è più "gioco"!
Almeno in Dinner Date se magna e se beve
Eppure, nonostante i suoi limiti, Dinner Date ha un suo certo fascino. La colonna sonora struggente, l'atmosfera malinconica, il vicinato buio e silenzioso al di fuori della finestra, l'inesorabile ticchettio dell'orologio... tutto è confezionato a regola d'arte, ed in fondo forse il fatto di poter in qualche modo influenzare ciò che viene mostrato sullo schermo fa sentire più partecipi rispetto a quanto non lo si sarebbe stati con un semplice corto.

Per farla breve, potremmo dire che Dinner Date è la versione indie - ma comunque di un certo pregio - di Heavy Rain. Mentre il titolo Quantic Dream giustifica la sua natura compensandola con finali multipli ed un'interazione più significativa, il lavoro della Stout Games è più "puro" - nel senso che tutto ciò che gli interessa è raccontare una storia - e solo quella storia.

Se vi avanzano quattro euri, dateci un'occhiata: questi venti minuti potrebbero colpirvi e restarvi dentro molto più delle ore e ore passate ad ammazzare alieni, potenziare marine e grindare ambientazioni alla ricerca di quell'oggetto rarissimo che - come l'appuntamento del protagonista di Dinner Date - sperate cambierà la vostra vita.
Una storia di vita vissuta per finta
PRO:
Molto curato nei dettagli
Tecnicamente ottimo per essere un gioco indie
Colonna sonora degna di nota

CONTRO:
Interattività limitata
Lo svolgimento è sempre lo stesso
Si poteva fare un po' di più

GIUDIZIO FINALE: 5+++
Come gioco. Come esperienza interattiva merita sicuramente di più.

BONUS LONGPLAY&COSCIENZA EDITION:
All'inizio volevo linkare qui il longplay, poi però m'è venuto lo scrupolo, perché un gioco così una volta che se ne è visto il longplay perde il 99% della sua appetibilità (un po' come un Metal Gear Solid qualsiasi). In più, trattandosi di una roba indie, gli scrupoli sono più giustificati: una copia non venduta significa davvero meno soldi e meno supporto per gli sviluppatori, e non semplicemente qualche vacanza extralusso in meno per i manager di una qualche software house di grido. Per cui, eccovi il trailer ufficiale - in ogni caso, se proprio volete, il longplay è facilmente recuperabile, ma poi dovrete rendere conto alla vostra coscienza...