Correva l'ormai lontano 2004 e, nonostante Il gladiatore fosse uscito ormai già da quattro anni, sulle nostre tv ancora a tubo catodico e non digitaleterrestrizzate risuonava l'urlo di battaglia di Ascanio del Grande Fratello che insieme al mai dimenticato Patrick e agli altri uomini di casa intonava un timido nell'esecuzione, ma virile nell'intenzione ISPANICO! ISPANICO! ISPANICO!

Quell'edizione del GF fu memorabile, così come fu memorabile un giochino per PS2 uscito zitto zitto qualche mese dopo, nel 2005, anch'esso inseribile nella scia lunga del blockbuster di Ridley Scott: Shadow of Rome.

Purtroppo per quanto memorabile venne presto dimenticato, e anche le recensioni dell'epoca furono tiepidine - neanche a torto, dato che il gioco aveva ed ha diversi difetti - anche se il sottoscritto ne parlò bene sul suo ex blog, che all'epoca contava ben due pageview al mese.

Uno dice, e perché ne riparli? Ne riparlo perché ho fatto (ovviamente in ritardo di un paio di anni) la sensazionalissima scoperta che il seguito di Shadow of Rome (che si concludeva con un finale aperto) alla fine divenne nientemeno che il primo Dead Rising!

"In un'altra vita facevo il gladiatore"
In realtà il gameplay di Dead Rising è pesantemente modificato rispetto a quello di Shadow of Rome, anche se i due condividono l'interazione con gli scenari e l'opportunismo nell'uso delle armi, che anche nell'antica Roma si consumavano dopo un po' e bisognava sostituirle col primo oggetto contundente a portata di mano.

Anche alcuni dettagli, come il fatto di poter tagliare un braccio all'avversario (o allo zombie) e poi usare il braccio stesso come arma, oppure il fatto di poter ricaricare l'energia mangiando, tradiscono la parentela tra i due titoli. Ciò che sorprende è che molte caratteristiche del gameplay di Shadow of Rome sono state eliminate in Dead Rising, probabilmente nella convinzione che al pubblico occidentale non piacciano robe troppo elaborate e complesse.
Tipo in Dead Rising non si può contendere un'arma con un avversario
E sì che Shadow of Rome non è certo Devil May Cry, eppure il sistema di controllo comprendeva parate, schivate, la possibilità di sottrarre le armi all'avversario, e soprattutto permetteva di agganciare i nemici per dar vita a combattimenti più elaborati.

La semplificazione di Dead Rising del resto regge fintanto che bisogna farsi strada tra migliaia di zombie, ma si dimostra inadeguata nei combattimenti coi boss e negli scontri a fuoco. Insomma, nel loro tentativo di penetrare in occidente, i tizi di Capcom hanno seguito la strada della quantità, e del resto guardando alle vendite (ma anche al divertimento derivante dall'affettamento selvaggio degli zombie) la mossa sembra aver pagato.
Immagini dal futuro (ringraziamo GameSpot per lo screenshot, eh!)
Per quanto Dead Rising sia un ottimo gioco, è un peccato che certe peculiarità di Shadow of Rome siano andate perse. Il cuore del gioco è costituito da una serie di combattimenti in arene più o meno elaborate (alcune hanno trappole e macchinari vari da attivare per avere la meglio sui nemici) in cui bisogna non solo sopravvivere, ma anche guadagnarsi il favore del pubblico.

Per fare ciò bisogna impegnarsi a dar spettacolo con combo e amputazioni, ma è prevista anche la possibilità di fare pura scena, con una combinazione di tasti apposita che fa sì che il protagonista inciti gli spalti. Il pubblico a sua volta ricambia generosamente, lanciando nell'arena armi o cibo, e ciò crea situazioni di gioco davvero esaltanti.
ISPANICO! ISPANICO! ISPANICO!
Tipo che sei agli sgoccioli e sei circondato da nemici, ma miracolosamente riesci a fregare la spada a uno e a decapitarlo con la sua stessa arma. In molti giochi già tutto ciò sarebbe abbastanza, ma in Shadow of Rome no: in Shadow of Rome raccogli da terra la testa mozzata dell'avversario, la alzi al cielo mostrandola al pubblico, il pubblico si gasa e per ricompensarti ti lancia una mazza ferrata di tre tonnellate, e finisci per ribaltare completamente la situazione, concludendo solitario in mezzo a una pozza di sangue e sentendoti tanto uomo che diventò gladiatore e sfidò l'imperatore.
Ma non erano tutte rose e fiori...
Uno dice we figata, e allora com'è che 'sto gioco non è ricordato come un capolavoro assoluto? Il motivo è che inspiegabilmente a intervallare i combattimenti nell'arena ci sono delle evitabilissime fasi stealth in cui si controlla il futuro imperatore Ottaviano Augusto (opportunamente amicissimo del protagonista del gioco).

In queste fasi la sensazione è la stessa di quando si vede un film d'azione e sul più bello parte la pubblicità, con la differenza che non si può approfittare del break per andare in bagno, ma ci si deve sorbire dei quarti d'ora abbondanti di guardie romane che camminano in cerchio e che se ti scorgono con la punta della coda dell'occhio devi rifare tutto daccapo.
Nelle fasi stealth l'adrenalina dell'arena è un lontano ricordo
In effetti anche nelle rare sequenze in cui si combatte al di fuori dell'arena si sente la mancanza del pubblico da allisciare per farsi lanciare le alabarde spaziali, ed è proprio per questo andamento incostante che Shadow of Rome non ha incontrato pienamente i favori della critica.

Tuttavia, le parti che in questo gioco funzionano, funzionano alla grande, compreso il comparto estetico, caratterizzato da un buon numero di poligoni e soprattutto da una certa cura e ricercatezza nella modellazione dei volti dei personaggi (che per una volta non sembrano sempre la stessa persona con mille parrucche diverse).

È davvero un peccato che accanto all'evoluzione/semplificazione di Dead Rising non si sia proseguito anche con un seguito vero e proprio (ma pure un remake HD, dai!). Nella speranza che un giorno i nostri joypad tornino a calcare le arene dell'antica Roma, non resta che tirare fuori la PS2 dall'armadio per ritrovare il clamore della folla...
Che poi, immaginatevi un multiplayer online così come sarebbe...
PRO:
Sistema di combattimento estremamente vario e soddisfacente
Gli allisciamenti alla folla
Il character design dei personaggi

CONTRO:
Le fasi non nell'arena non sono esaltanti come quelle all'interno dell'arena...
E le fasi stealth sono una purga
E non ne hanno fatto un seguito vero e proprio, né un remake, che ci starebbe proprio

GIUDIZIO FINALE: 7+
Il tipico gioco da 7 che però gli daresti 10 col cuore (sentimenti!).