Arrivati al terzo episodio della serie, il videogioco di The Walking Dead realizzato da Telltale Games si conferma definitivamente per quello che è: un'esperienza estremamente lineare, dalla difficoltà inesistente, e dove la parte del leone la fanno la scrittura, l'intreccio, e la possibilità di esplorare (limitatamente) entrambe tramite il proprio (limitato) intervento.

Proprio come in tanti what if? dei fumetti, infatti, scelte diverse portano sempre agli stessi risultati, e talvolta con differenze meno che minimali. La vera storia però, in fondo, è nella testa del giocatore, che poco a poco entra in relazione con i personaggi proposti dal titolo, odiandoli o prendendoli in simpatia a seconda delle proprie personali inclinazioni.

Poco importa, quindi, che gli eventi siano destinati comunque ad andare in un certo modo: proprio come nella realtà, una frase detta o non detta avrà comunque il potere di cambiare completamente il senso di un evento. E gli eventi, in questo terzo episodio, si fanno sempre più drammatici, seguendo la lezione del fumetto.

Il pericolo ora è che, proprio come nel fumetto, si stia esaurendo la dose di pugni nello stomaco ancora in grado di smuovere il giocatore... ma ormai direi che siamo arrivati a un punto per cui si può dare pienamente fiducia a Telltale Games.


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