I due modelli di Amiga più famosi sono sicuramente l'Amiga 500 e l'Amiga 2000. Sono quelli che abbiamo visto in foto nelle riviste, che magari abbiamo posseduto, e che meglio di tutti gli altri abbiamo conosciuto.

In questo post della serie A History of the Amiga, Jeremy Reimer di Ars Technica ci parla della storia dietro la genesi di queste due memorabili macchine, che furono il primo vero volto di Amiga per tantissimi suoi fedelissimi. Di seguito, o in originale qui.

LA FASCIA BASSA: L'AMIGA 500

Thomas Rattigan non era stato il primo a perorare la causa di un Amiga più economico. George Robbins, ingegnere hardware, aveva pensato sin dall'inizio che un Amiga di fascia più bassa fosse l'idea migliore, e Bob Russell dichiarò di aver lottato per un prodotto del genere ancor prima che l'Amiga 1000 fosse commercializzato. Ad ogni modo, fu necessario l'intervento di qualcuno più in alto nella catena di comando per realizzare questa macchina - che venne chiamata Amiga 500. Rattigan si trovò a dover scegliere se impiegare i membri rimanenti del gruppo originale di Los Gatos, che aveva creato l'Amiga, o gli ingegneri chiave della Commodore a West Chester, in Pennsylvania. Scelse questi ultimi perché pensava fossero più "affamati" e quindi più in grado di realizzare velocemente la macchina.

Mise Jeff Porter, l'ingegnere che aveva sviluppato l'innovativo computer LCD (quello cancellato dal predecessore di Rattigan), a capo dello sviluppo di questo nuovo prodotto. Gli ingegneri capo del 500 furono George Robbins e Bob Welland: avevano in precedenza lavorato sulla workstation Commodore 900 (anche questa cancellata). Questi personaggi formavano un gruppo quanto meno bizzarro, specie pensando che gli era stato assegnato il compito di realizzare il computer che avrebbe dovuto salvare la compagnia, e tuttavia in molti aspetti ricordavano l'anarchico gruppo di "diversi" che aveva originariamente creato l'Amiga. George Robbins, ad esempio, era un uomo gentile e benevolo, aveva dei lunghi capelli e dei baffi da tricheco, e in pratica viveva al lavoro, e spesso dimenticava di farsi il bucato. I suoi colleghi, che lo adoravano, ma erano preoccupati della sua igiene personale, gli compravano costantemente nuove maglie da indossare e si liberavano discretamente di quelle vecchie.
L'Amiga 500
Robbins aveva tuttavia bisogno di evitare le distrazioni come il bucato, dato che era intensamente concentrato su come fare per tagliare i costi dell'Amiga. L'uomo delle idee era Welland, e Robbins era l'ingegnerie pratico e pragmatico che poteva prendere quelle idee e tramutarle in elettronica funzionante. Una delle idee di Welland fu di aumentare la RAM per il chip custom "Agnes" ad 1MB, così che l'Amiga potesse supportare risoluzioni grafiche più alte. Il team originale di Los Gatos s'era un po' risentito per le modifiche apportate al progetto originale ed i suoi membri fecero sapere che non pensavano che avrebbero funzionato. Tuttavia, ciò motivò il team dell'Amiga 500 ancora di più.

E così alla fine il "Fat Agnes" alla fine funzionò, e gli ingegneri originali dell'Amiga ammisero che quel design probabilmente era stata una buona idea. Questo piccolo cambiamento aumentò le capacità dell'Amiga mantenendo al contempo un alto livello di retrocompatibilità con il software preesistente. In ogni caso, RJ Mical avrebbe successivamente dichiarato che "fu un passo nella giusta direzione, ma violava l'idea [originale] dell'architettura del bus e finiva per rallentare la macchina".

Nel frattempo, il pragmatico Robbins stava cercando di inventarsi modi per ridurre i costi della scheda madre dell'Amiga. Tolse la possibilità di connessione diretta ad una TV, e la mise in un adattatore separato, l'A520. Alla fine fu una buona idea, perché la maggior parte degli utenti non usava una TV - l'immagine era troppo poco definita, specialmente per leggere i caratteri di testo, che si confondevano con lo sfondo. Tolse l'alimentatore dal case della macchina, dove invece integrò la tastiera, ispirandosi al design del Commodore 128. Il drive per i floppy da tre pollici e mezzo venne piazzato sul lato destro, mentre sul lato sinistro trovò posto un piccolo slot di espansione, dove si potevano collegare direttamente delle periferiche, senza aprire il case.

LA FASCIA ALTA: L'AMIGA 2000

Intanto che il progetto del 500 procedeva, alla Commodore bisognava occuparsi anche della progettazione della fascia alta, gli Amiga 2000. Sfortunatamente, i massicci tagli di personale di Rattigan non avevano lasciato molti ingegneri a disposizione. Il compito venne allora affidato alla sussidiaria tedesca della Commodore, ma gli ingegneri di lì si limitarono semplicemente a prendere il design originale dell'Amiga 1000, aggiungerci un interfaccia hardware per delle schede di espansione, e infilare il tutto dentro un case standard da PC. Non era proprio ciò che Rattigan aveva in mente.

L'incarico di riprogettare l'Amiga 2000 ricadde allora sulle spalle di Dave Haynie, spalle che erano abbastanza larghe (al pari del suo ego) per sobbarcarselo. "Io ero il team di progettazione dell'A2000", avrebbe detto. "Le cose stavano così, dopo tutti i licenziamenti. Lavoravo giorno e notte, e ciononostante non avevo abbastanza tempo per fare tutto quello che dovevo fare." Haynie lavorava tutta la settimana, recuperando fiato solo il venerdì quando andava al Margaritas, un posto lì vicino dove la birra era economica e scorreva a fiumi.

L'ingegnere si era ispirato ai progetti del team di Lost Gatos ed era determinato a migliorarne l'elegante architettura. Progettò un nuovo chip custom, chiamato Buster, per gestire il bus d'espansione. Il progetto del bus, che venne chiamato "Zorro" in omaggio ad uno dei prototipi originali dell'Amiga, era ancora una volta in anticipo sui tempi. Al contrario degli slot ISA degli IBM PC, gli slot Zorro supportavano l'"autoconfig" nativamente e permettevano alle schede d'espansione di funzionare subito, senza configurare manualmente alcun jumper e senza bisogno di risolvere conflitti tra periferiche.
Solido come un carro armato: l'Amiga 2000
Hayine voleva progettare una macchina che fosse facilmente aggiornabile - sia per gli utenti che per la stessa Commodore - ai più nuovi e potenti processori che stavano uscendo in quei giorni dai laboratori Motorola. Mise la CPU su una scheda separata che si sarebbe potuta sostituire in seguito. In più, prese dagli ingegneri tedeschi l'idea del genlock - un sistema per visualizzare le immagini del computer direttamente in sovrimpressione su un altro video, senza perdite di stabilità. Trasformò questa idea in uno slot video separato, a cui si sarebbe potuta collegare una scheda genlock o altri tipi di schede di elaborazione video. Questa idea rese in seguito l'Amiga - che era già una roccaforte del multimedia - il computer standard nel settore audiovisivo.

L'Amiga 2000 avrebbe avuto un'espandibilità senza precedenti, con cinque slot Zorro proprietari, quattro slot IBM PC ISA, ed i già visti slot per la CPU e per le schede video. Doveva essere una macchina seria per utenti seri. Il case venne riciclato dai progetti della workstation Commodore 900.

Ma l'idea di un Amiga 2000 non piaceva a tutti. Quando, durante un meeting di un usergroup, al creatore dell'Amiga, Jay Miner, fu chiesto cosa ne pensasse dell'Amiga 2000, lui rispose raccomandando che gli utenti dell'Amiga 1000 non facessero l'upgrade. In realtà non si trattava solo di antipatia: Jay pensava che davvero il computer non fosse migliorato abbastanza, considerati gli avanzamenti tecnologici che c'erano stati nel frattempo dal 1982, anno in qui s'iniziò a progettare l'Amiga originale.

BONUS EXPANSION PORT EDITION:
Questo post m'ha fatto pensare alle periferiche d'espansione dell'Amiga 500, che seguendone la linea sembravano degli add-on in stile console. Ad esempio molti hard disk esterni avevano dei case così:
"Miwa, i componenti!"
che allungavano l'Amiga 500 di parecchi centimetri (l'Amiga era in anticipo anche sull'allungamento centimetri!):
"CONTATTO!"
E che dire del prisma lucente, l'espansione di memoria A501, che andava schiaffata nello slot sotto il case...
Cuore d'acciaio...
Decisamente altri tempi, specie il prisma.

Post precedente | Post successivo